di Luigi Sannino

NAPOLI. Sarebbe stato minacciato in carcere da altri detenuti e così da due giorni Francesco Esposito è stato trasferito in un altro padiglione di Poggioreale, il “Napoli”. Il 19enne del Pallonetto Santa Lucia, che si trova dietro le sbarre per l’inchiesta sull’omicidio a Coroglio del 28enne Agostino Di Fiore, avrebbe riferito ai poliziotti penitenziari di essere stato avvicinato da persone di Secondigliano, lo stesso quartiere della vittima. «Sappiamo cosa hai fatto e te la faremo pagare», il succo della frase da brividi che gli sarebbe stata rivolta. Da qui la decisione, a scopo precauzionale, della direzione del penitenziario di metterlo al sicuro altrove. 
Francesco Esposito (assistito dall’avvocato Giovanni Fusco) è indagato, in concorso con un 17enne del Pallonetto Santa Lucia legato alla famiglia Elia, per l’omicidio di Agostino Di Fiore. Delitto avvenuto alle 5,30 di lunedì scorso all’uscita da una discoteca a Coroglio. Circa un’ora prima, il 19enne aveva raccontato a due poliziotti liberi dal servizio di essere stato aggredito davanti al locale da almeno 10 giovani. Alcuni di questi, a loro volta, avrebbero riferito di essere intervenuti per difendere una ragazza trattata male da Esposito, verbalmente. Tra loro c’era Agostino Di Fiore. L’indagine (con la presunzione d’innocenza per i due indagati fino a eventuale condanna definitiva) ha come basi il fermo di Esposito poco dopo l’omicidio e alcune intercettazioni telefoniche tra il 19enne e il 17enne, giunto a Coroglio in taxi. “’O chiatto” è stato bloccato dopo aver tentato una fuga ed essersi disfatto di una pistola. Lui e il minorenne, arrestato nella tarda mattinata dello stesso giorno, sono stati sottoposti allo Stube.