di Antonio Sabbatino

NAPOLI. «Speriamo che Anm, azienda in soffernza, trovi la strada per uscire dalla crisi pesante nella quale è stata portata». Parole e musica del governatore Vincenzo De Luca che ieri si è scagliato sui problemi dell’azienda napoletana dei trasporti. A tentare di risollevare le sorti dell’azienda è Nicola Pascale (nella foto), amministratore unico di Anm. 

A che punto è il piano concordatario?
«Molte azioni sono state avviate già prima della sua redazione. Mi riferisco ad esempio agli esodi incentivati, una misura che sta incidendo in maniera significativa sul bilancio dell’azienda e che produrrà un risparmio di 5 milioni. Si tratta di esodi che coinvolgono all’incirca 100 dipendenti che non appartenevano alla fascia di produzione, ma indiretti. Riteniamo che già alla fine del 2018 le condizioni dell’azienda saranno più robuste. Per quanto riguarda il concordato, la scorsa settimana abbiamo depositato la richiesta di proroga e attendiamo che i commissari (oltre al giudice delegato De Matteis sono il giurista Giacomo D’Attorre e i commercialisti Massimo Di Pietro e Maria Caputo) s’esprimano. I motivi riguardano l’avvicendamento tra il mio predecessore e il sottoscritto e l’insediamento dei commissari non avvenuto subito dopo la presentazione del concordato. Altre ragioni riguardano la precisa quantificazione economica degli effetti delle misure a favore dell’azienda».

Il personale di quante unità si compone?
«I dipendenti sono all’incirca 2300, stiamo portando avanti una mappatura precisa sulle mansioni. Come numero di lavoratori e di fatturato, che s’aggira su circa 170 milioni di euro annui, Anm credo sia tra le prime 10 aziende di trasporti in Italia. Ma non è una questione di numeri ma di come vengono utilizzate le risorse. Ci sono pochi autisti ed esuberi in altri ambiti. Questo stato di cose è stato in parte risolto con l’attivazione della procedura 223 sul licenziamento collettivo avviata lo scorso anno che velocizza i tempi sull’eventuale spostamento di un dipendente da un’area all’altra a seconda delle esigenze».

È stato annunciato che acquisterà treni e bus, quanti ne saranno?
«Per la linea 1 il Comune ha già firmato il contratti per 20 nuovi treni dal costo di 9-10 milioni l’uno; il primo sarà consegnato alla fine del 2019 e i restanti a distanza di un mese l’uno dall’altro. La linea 6 ne ha già 6 in dotazione ed altri 4 sono nella concessione di Ansaldo. Il Comune, con i finanziamenti Pon-metro, sta comprando circa 50 bus che dovrebbero essere consegnati tra settembre ed ottobre. Attraverso un finanziamento del Ministero dei Trasporti abbiamo partecipato ad un bando della Regione Campania per acquistarne altri 38. Poi bisognerà anche capire come stanno i vecchi treni, che almeno per un periodo s’affiancheranno ai nuovi contando poi di dismettere i più attempati. Ma c’è anche un’altra esigenza: nel 2019 ci sarà l’inaugurazione anche della fermata della Linea 1 di piazza Nicola Amore e quindi va migliorato il servizio».

I cittadini di vari quartieri, dall’area Est a Posillipo, lamentano di essere isolati.
«Il ragionamento che stiamo facendo è quello di razionalizzare la rete con la logica dell’eliminazione della sovrapposizione di linee di gomma e ferro. In passato c’erano bus che collegavano ad esempio Poggioreale con il Vomero, ora non ha senso perché c’è la metro linea 1. Anche qui, le risorse vanno gestite al meglio garantendo ovunque le linee. Stiamo anche studiando come migliorare l’adduzione al ferro anche per le aree Est ed Ovest della città».  

Che risultati avete ottenuto sino ad ora la lotta ai “portoghesi’’?
«I controlli sono aumentati. In centro città, sui bus, c’è un’evasione anche del 30%. Nelle aree periferiche, anche per questione di carattere sociale ed economico, la soglia può salire anche all’80%. Sulle metro il fenomeno è più contenuto perché ci sono i tornelli, anche l’utenza è diversa. Ma ad evadere, a volte, è anche il cosiddetto professionista. Voglio dire però che la vendita dei biglietti sui bus sta andando molto bene. A Ponticelli, spesso, i conducenti vengono riforniti più volte al giorno».

Sul servizio delle strisce blu, siete riusciti ad incrementare gli introiti?
«Anche qui il lavoro è enorme, con azioni coordinate con la Polizia municipale ad esempio a Chiaia e Museo Nazionale. L’incremento, in città, negli ultimi mesi, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, è di circa il 7% e in altre zone siamo riusciti ad arrivare anche al 30%».

Anm eviterà il fallimento?
«Non dipende da me, ma faremo di tutto per evitarlo. Le attuali condizioni ci consentono di stare relativamente sereni».