PIMONTE. "Sono inquietanti le parole del sindaco di Pimonte, Michele Palummo, che nella puntata de "L’aria che tira" del 3 luglio ha liquidato lo stupro di gruppo su una ragazzina di 15 anni da parte di 12 suoi coetanei come una “bambinata che ormai è passata”".  Celeste Costantino, Deputata Sinistra Italiana, e Stefania Fanelli, Associazione Frida Kahlo La città delle pari opportunità, si scagliano contro le istituzioni che anziché sostenere le vittime di violenza finiscono per etichettarle come "colpevoli" degli abusi subiti.

"La vittima, con la sua famiglia, in seguito alla condanna ai domiciliari del branco, è tornata a vivere in Germania ricordano le due attiviste -  Dalla condanna in poi la comunità, anzicché stringersi intorno a lei, l’ha stigmatizzata ed esclusa socialmente per un danno che lei ha subito e non perpetrato, come ha avuto modo di constatare il garante per l’infanzia e l’adolescenza della Campania, Cesare Romano".

"È sempre così - aggiungono in una nota -  laddove una donna, in questo caso una bambina, denuncia una violenza sessuale, è lei a pagarne le conseguenze non solo per lo stupro subito, ma per l’additamento collettivo, come se fosse andata a cercarsela".

Costantino e Fanelli ricordano i precedenti casi e lanciano l'allarme sulla possibilità che la carente risposta delle istituzioni fungano da incitazione al ripetersi in futuro di casi simili. "È già successo ad Anna Maria Scarfò a Taurianova e a una tredicenne a Melito Porto Salvo in Calabria o durante il processo per stupro ai danni di una quindicenne a Montalto di Castro nel viterbese - elencano -  Fin quando le istituzioni, come nel caso del sindaco di Pimonte, liquideranno la violenza sulle donne come una ragazzata, e gli adolescenti del nostro paese non affronteranno un percorso di educazione sentimentale condiviso tra famiglia e scuola, non possiamo che aspettarci che la storia si ripeta". È questa l'amara conclusione su una vicenda che avrebbe dovuto far vergognare l'intero paese dei Monti Lattari.