Lucio Materazzo, ingegnere e imprenditore napoletano 81enne, che sino a poco fa era considerato deceduto per cause naturali, potrebbe invece essere stato picchiato con tanta violenza da rimanere ucciso. Per questo motivo la Procura di Napoli ha disposto la riesumazione della sua salma e nuovi esami autoptici, e questa mattina e' stata riaperta la bara dell'uomo morto il 25 luglio del 2013 nella sua casa al viale Maria Cristina di Savoia a Napoli in circostanze a questo punto ancora del tutto da chiarire. Proprio la specificita' delle richieste al medico legale costituisce l'ennesimo colpo di scena dell'inchiesta su Luca Materazzo, 36 anni, figlio di Lucio e fratello di Vittorio, ucciso mentre tornava a casa con oltre trenta coltellate il 28 novembre scorso, delitto per cui sinora Luca e' l'unico inscritto nel registro degli indagati. Tra i moventi possibili per la morte violenta di Vittorio, non solo questioni di eredita'; Vittorio Materazzo, infatti, per ben due volte aveva chiesto la riesumazione della salma del padre, morto in un momento in cui in casa c'era anche Luca. Il pm napoletano nelle scorse settimane aveva inscritto nel registro degli indagati il 36enne in fuga dall'8 dicembre scorso. La prima richiesta di Vittorio Materazzo di riesumare il cadavere del padre era stata respinta dal pm che raccolse la denuncia, ma l'uomo aveva depositato una nuova istanza per falso, ritenendo che il certificato medico che ne constatava il decesso fosse stato manomesso. Adesso il pm Ludovica Giugni ha riaperto l'indagine e disposto l'autopsia. I periti nominati dalla Procura cercano su quel che resta della salma segni di un pestaggio, avvenuto magari nel corso di un raptus di violenza. Come frutto di un raptus di violenza sono le oltre 30 coltellate inferte dall'assassino a Vittorio Materazzo, che aveva probabilmente un appuntamento con l'uomo che lo ha ucciso e che poi percorse a piedi poche centinaia di metri e, in una discarica a cielo aperto in vico Santa Maria della Neve, si cambio' i vestiti insanguinati, abbandonandoli in un sacco dell'immondizia. I periti, secondo quanto si e' appreso, dovranno cercare segni di fratture ossee alla testa, agli zigomi, alle costole o alle gambe, compatibili per l'appunto, con un calci e pugni.