di Luigi Sannino

NAPOLI. Da un’amarezza all’altra, ma sempre poca cosa in confronto ai duri e lunghi anni trascorsi dietro le sbarre. Per Ciro Mariano, che appena l’11 giugno scorso era stato sottoposto alla libertà vigilata, ieri è arrivata un’altra tegola giudiziaria: la conferma della sorveglianza speciale che gli fu inflitta nel 1994 e che non aveva finora scontato. Cinque anni, durante i quali non potrà frequentare pregiudicati né tornare a casa tardi o uscire presto al mattino. Sono stati i poliziotti del commissariato Montecalvario a notificargli la misura di sicurezza e a dargli quest’altro piccolo dispiacere. Nel frattempo ovviamente, sono sospesi i tre anni di libertà vigilata. 
Le misure non sono il frutto di nuovi accertamenti di polizia, ma la coda delle vecchie pendenze giudiziarie. Queste ultime sono state scontate definitivamente e ora restano le conseguenze delle condanne a impedire la libertà completa del 65enne ras scarcerato il 17 aprile scorso con un ritorno a casa tra ali di folla festante ai Quartieri Spagnoli. Quella sera furono esplosi fuochi d’artificio dal balcone della sua abitazione a “Cariati” e da allora il “Picuozzo” si sta dedicando alla famiglia e agli studi universitari, rigando dritto: è infatti iscritto alla facoltà di Lettere presso l’Università di Perugia. 
Ciro Mariano ha fatto la storia della camorra dei Quartieri Spagnoli. Dopo ben 31 anni è tornato casa con la prospettiva certa di non dover tornare in carcere a breve (e manco in futuro se non violerà il codice penale), come accadde nell’unico caso in cui aveva usufruito di un permesso premio. E nelle stradine a ridosso di Toledo e corso Vittorio Emanuele fu accolto con grande affetto, commozione e lacrime di gioia di familiari e amici di vecchia data, tra cui affiliati dell’epoca al clan che lui fondò e poi è stato gestito da altri, ultimo dei quali il fratello Marco. 
Nel 2016, suo malgrado, Ciro Mariano fu protagonista di una storia atipica, per certi versi clamorosa. Aveva già preparato la valigia quando arrivò la doccia gelata: un provvedimento della procura presso l’ufficio esecuzioni con cui gli notificavano che doveva restare dietro le sbarre per altri due anni e mezzo. Un ricalcolo del cumulo di pena da scontare, contestato immediatamente ma inutilmente dalla difesa. Ai Quartieri Spagnoli erano pronti a festeggiare e dovettero rimandare, come invece non è successo stavolta.