NAPOLI – “La corporate governance è uno strumento che permette alle aziende italiane di essere sempre più competitive sul mercato. Si tratta infatti di un metodo con il quale le imprese prendono decisioni: un’attività complessa che è in capo all’amministratore delegato e al Consiglio di amministrazione, che fanno scelte per conto di tutti i soci.

Un’attività regolamentata per tutte le società, quotate e non, che non può prescindere dalla moralità e dalla correttezza dell’operato, oltre che dalla capacità, delle persone”.

Lo ha detto Marina Brogi, professore ordinario di International Banking and Capital Markets e vicepreside della Facoltà di Economia dell’Università di Roma "La Sapienza", chiudendo i lavori del forum “Corporate governance: best practice e nuove sfide”, presso l’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, presieduto da Vincenzo Moretta.

“Oggi per gli imprenditori si impone un cambio di mentalità – ha evidenziato Achille Coppola, segretario nazionale dei commercialisti italiani -. Il sistema delle banche è in crisi, l’azienda deve reperire la sua finanza con mezzi nuovi, aprendosi ai mercati quotati. Seguendo questa strada e accettando le sfide del presente le imprese artigianali del Sud potranno fare un salto di qualità”.

Armando Brunini, amministratore delegato Gesac SpA, ha affermato: “E’ importante che sistemi aggiornati di corporate governance siano implementati in un numero più grande possibile di aziende. Credo che sempre più si debba passare da imprese di tipo familiare a imprese governate secondo processi rigorosi di presa di decisioni. La nostra è un’esperienza positiva, abbiamo un CdA formato da consiglieri di varie estrazioni che partecipa attivamente alla vita dell’azienda”.

Per Carmen Padula, consigliere dei dottori commercialisti e degli esperti contabili partenopei,  "la corporate governance, intesa quale insieme di regole che disciplinano il funzionamento degli organi sociali,  rappresenta un tema cruciale per le imprese e l'economia. Non riguarda solo le grandi aziende ma anche le PMI, si pensi ad esempio alle startup innovative, laddove l'investitore, socio di minoranza, prevede nei patti parasociali alcuni diritti tra cui la nomina e la revoca dei membri del cda, il diritto di veto, il diritto di covendita.

Altro aspetto interessante è quello legato all'etica, orientare la governance ai principi etici significa mitigare i rischi d'impresa e migliorare gli impatti sull'ambiente e il territtorio. Tra i tanti strumenti a disposizione delle aziende vi sono i modelli organizzativi ai sensi della legge 231 per guidare le imprese verso una governance responsabile. 

Si pensi che tra i requisiti per ottenere il rating di legalità vi è la 231 e di conseguenza vantaggi all'accesso al credito, ai finanziamenti e nei bandi di gara. Deve dunque cambiare l'approccio del commercialista verso una visione integrata delle necessità e delle opportunità delle imprese. Questa esigenza è ancora  più forte laddove le aziende sono orientate ai mercati internazionali.

È vero che la corporate governance produce un aumento dei costi ma è anche vero che la stessa si ripaga con i risultati anche attraverso processi  di efficientamento".
Emilio Franco, amministratore delegato Duemme Sgr (Gruppo Mediobanca), ha evidenziato che "il tema del buon governo nelle aziende è fondamentale per scegliere nell’interesse dei propri investitori le buone società per il lungo termine”.

“La corporate governance stabilisce le regole del gioco: crescita economica, occupazione, sostenibilità. I commercialisti - ha sostenuto Liliana Speranza, consigliere dell'Odcec di Napoli -, hanno un ruolo importante, oggi dobbiamo occuparci della crescita dell’impresa più che di finanza. È un tema cruciale per le grandi imprese ma anche per le start up innovative”.

Mentre Carlo Palmieri, vicepresidente Pianoforte Holding SpA (Yamamay, Jaked, Carpisa), ha rimarcato come “è importante che le aziende si aprano all’esterno, "noi siamo un esempio di come alcuni gruppi familiari si siano evoluti aprendo il capitale sociale aziendale a fondi d'investimento stranieri, che hanno apprezzato il progetto imprenditoriale  anche con la presenza di consiglieri d'amministrazione indipendenti”.

Nel corso dell’evento, moderato dal vicedirettore del Tg1 Gennaro Sangiuliano, è stato presentato il libro di Marina Brogi “Corporate Governance”.

All'incontro hanno partecipato Marta Catuogno, vicepresidente nazionale Aidda (associazione imprenditrici e donne dirigenti d’azienda) e l’avvocato Michaela Castelli.