Si fa sempre più alta la tensione in Libia. Gli scontri tra milizie rivali a Tripoli hanno costretto il governo di Fayez al-Serraj, sostenuto dalle Nazioni Unite, a proclamare lo stato di emergenza. Alla base della decisione la volontà di proteggere la popolazione, gli impianti, le istituzioni. Le violenze scoppiate la scorsa settimana hanno provocato almeno 47 morti, tra cui numerosi civili, e 130 feriti. Lo ha comunicato il ministero della Sanità libico, secondo quanto riferito dai media locali. Gli scontri sono iniziati quando la Settima Brigata, di stanza a Tarhouna (città a 60 km da Tripoli), ha attaccato alcune aree della zona sud della capitale in mano a milizie che sostengono il governo di concordia nazionale.

DETENUTI EVASI - Approfittando della confusione dovuta agli scontri, circa 400 detenuti sono fuggiti da un carcere nei pressi della capitale libica. "I detenuti sono riusciti a forzare l'apertura delle porte" e a fuggire dallla prigione di Ain zara, ha riferito la polizia, secondo quanto riporta la Bbc. Molti dei detenuti del carcere di Ain Zara sarebbero sostenitori dell'ex leader libico Muammar Gheddafi, condannati per le violenze durante la rivolta del 2011.

AMBASCIATA ITALIANA - In seguito al deterioramento della situazione della sicurezza nella capitale libica, il personale che non è strettamente necessario a garantire l'operatività dell'ambasciata italiana a Tripoli sta facendo rientro in Italia in queste ore. Già stanotte, fonti della Farnesina riferivano che l'ambasciata "resta operativa con presenza più flessibile, che si sta valutando sulla base delle esigenze della situazione di sicurezza a Tripoli". Una formula per indicare il ridimensionamento del personale di servizio alla sede diplomatica.

SALTA VISITA A ROMA DEL VICE PREMIER LIBICO - A causa del perdurare degli scontri a Tripoli e della chiusura dell'aeroporto, il vice premier libico Ahmed Maitig, a quanto apprende l'Adnkronos, ha annullato la visita in Italia. Era atteso a Roma mercoledì per una serie di incontri. Maitig avrebbe dovuto essere ricevuto dal vice premier e ministro degli Interni Matteo Salvini e dal ministro degli Esteri Enzo Moavero.

SI MUOVE L'ONU- La Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) ha convocato per domani alle 12 ''in un luogo che verrà annunciato in seguito'' le varie parti coinvolte nella recente escalation di violenza a Tripoli. Nella nota diffusa da Unsmil si legge che l'obiettivo dell'incontro è quello di avviare un ''dialogo urgente sull'attuale situazione della sicurezza a Tripoli''. La convocazione segue quanto scritto nelle ''pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite'' e ''l'offerta del Segretario generale delle Nazioni Unite di mediare tra le varie parti libiche''.

LAPPELLO DELL'UE - Il portavoce per gli Affari Esteri della Commissione Europea Carlos Martin Ruiz de Gordejuela, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, ha detto: "L'escalation di violenza in corso a Tripoli mina una situazione in Libia che è già fragile: la violenza porterà solo ad altra violenza, a danni del popolo libico. Porgiamo le nostre condoglianze alle famiglie delle vittime e auguriamo una pronta guarigione ai feriti. Facciamo appello a tutte le parti affinché cessino immediatamente ogni ostilità".