ROMA. Un emendamento che taglia via ogni riferimento alle stepchild all'art. 5 e all'articolo 3 del ddl Cirinnà e che inserisce le modifiche agli art. 1 e 2 formulate dal pacchetto Lumia. Questo il testo a cui si sta lavorando in vista della ripresa dell'aula, mercoledì al Senato, sulle unioni civili. Oggi il premier Matteo Renzi ha fatto il punto nel consueto incontro settimanale a palazzo Chigi con i capigruppo di Camera e Senato, Ettore Rosato e Luigi Zanda.

 
L'ultima parola, come ribadito anche oggi dal presidente del Consiglio, spetterà all'assemblea del gruppo dem domani alle 13 a palazzo Madama. Ma la strada sembra ormai imboccata e non ci sarebbe spazio per ulteriori mediazioni come la proposta, ipotizzata ieri dalla sinistra Pd, di lasciar votare l'aula sulle stepchild. Ma per le adozioni sembra non ci sia alcun margine. Almeno in questa fase. Un ddl ad hoc potrebbe riaprire il tema a Montecitorio.

La volontà di Renzi di non aprire ad altre soluzioni rispetto al maxiemendamento è racchiusa nella determinazione a portare a casa subito le unioni civili. "Per quello che ci riguarda l'importante è chiudere velocemente", ha detto oggi alla stampa estera. E lo si potrebbe fare entro questa settimana. Lasciando l'aula votare a parte sul punto delle adozioni, insomma spacchettare in qualche modo la legge, aprirebbe la via a tempi molto più lunghi. "Basta rinvii", è la posizione del premier.

Domani all'assemblea del gruppo al Senato ci sarà anche Renzi e le previsioni sono quelle di una discussione accesa, ma senza strappi. Insomma, obtorto collo, la sinistra Pd dovrebbe accettare la strada del maxiemendamento. Monica Cirinnà e Sergio Lo Giudice potrebbero essere gli unici a prendere in considerazione un voto contrario. Ma la 'gabbia' del voto di fiducia imbriglia il dissenso.

Un voto di fiducia che per Angelino Alfano potrebbe anche non essere necessario: "Se con il presidente del consiglio di dovesse raggiungere un accordo su un emendamento che riscriva il testo della legge, senza adozioni e simil matrimoni, allora lo si potrebbe votare con la fiducia. Ma io credo che un testo cosi' si possa votare con il consenso di altri settori del Parlamento, andando oltre la maggioranza di governo: credo che ampi settori di Forza Italia voterebbero una legge così".

Ma dal Pd dicono che è difficile ipotizzare di riuscire a blindare il voto senza la fiducia. "Troppe le incognite". Anche perché ci sono settori dei centristi che comunque non sono d'accordo su altri punti della legge, come la reversibilità della pensione per le coppie omosessuali. E se ci sarà la fiducia tra i sì dovrebbero esserci anche quelli di Ala.

Intanto dai 5 Stelle continuano ad arrivare 'sirene' per il voto in aula sul provvedimento senza emendamento. Ma anche oggi Renzi è tornato sull'inaffidabilità del M5S. "Il Pd non ha vinto le ultime elezioni, di conseguenza bisogna avere un accordo con altri partiti. Su questa linea c'era una prova d'intesa con i 5 Stelle che si è tirato indietro all'ultimo dopo aver detto 'voteremo, voteremo, voteremo'. Si dice che cambiare idea sia segno intelligenza, allora i 5 Stelle sono geni assoluti visto che cambiano idea in modo costante", ha detto il premier.

"La mia preoccupazione è che non si vada avanti con un dibattito bloccato, che sia la strada di un emendamento del governo, che finora era rimasto fuori, o che sia la strada di un accordo parlamentare, quello che conta è avere la certezza che questa legge sia faccia davvero. Vediamo cosa accadrà al gruppo del Pd, spero che nel giro di qualche giorno si chiuda", aggiunge il presidente del Consiglio.

Domani non è detto che il gruppo si chiuda con un voto. "Vediamo che piega prende la discussione", si dice in ambienti parlamentari del Pd. Sono attesi interventi di senatori vicini a Renzi per sostenere la soluzione del maxiemendamento con il richiamo al realismo come stella polare. Il premier lo ha ricordato anche oggi: "Non si tratta di concedere qualcosa ad altri, ma avere la consapevolezza che bisogna arrivare a 161 voti e un accordo con qualcuno va fatto".