NAPOLI. «Quanto sento De Robbio, mi sale il sangue al cervello, lui parla di movimento perché vuole mettere le mani sull'ufficio tecnico». È il testo di uno dei messaggi inviati da Rosa Capuozzo, il sindaco di Quarto, e intercettati dalla Procura di Napoli, nell'ambito dell'inchiesta sui presunti ricatti ai suoi danni perpetrati proprio dall'ex consigliere comunale De Robbio. È il 12 settembre quando il primo cittadino manda l'sms con Whatsapp in una chat condivisa con altri esponenti del M5s. «Abbiamo gente che ha interessi sul territorio. non vanno via», digita. Il 15 agosto invece al vicesindaco Andrea Perotti scrive: «De Robbio vuole decidere le cariche e non gliene frega nulla della linea politica. Ovviamente deciderò da sola visto che le responsabilità sono mie». Poi, sentita all'Antimafia, la Capuozzo spiega che «il nostro progetto politico dello stadio era per una gestione esclusiva del Comune. In quell’occasione ho ricevuto pressioni da parte di De Robbio per farmi incontrare alcuni imprenditori. Mi sono rifiutata, perché era lontano dalla mia linea politica e istituzionale, ma quelle pressioni furono gravissime e chiesi per la prima volta l’espulsione di De Robbio ma per il Direttorio non c’erano motivazioni per l’espulsione». La seconda richiesta fu a novembre durante una riunione al Comune. De Robbio mi aveva proposto di far dichiarare il falso a un tecnico. Lì ho avuto la percezione di poterlo denunciare. Mi stava proponendo una cosa che per me era denunciabile. La terza volta fu in occasione del primo interrogatorio con Woodcock».