NAPOLI. «Napoli non avrà avuto i titoli di giornale come Roma, ma anche qui c’è un’“affittopoli”. Abbiamo scoperto tantissimi beni pubblici che sono sottratti all'utilità pubblica con fitti a 5 e 10 euro e con utilizzazioni improprie». A dirlo il procuratore regionale della Corte dei Conti della Campania, Tommaso Cottone, aprendo l’anno giudiziario della Corte dei Conti. 

LA QUESTIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE. «Stiamo recuperando beni del patrimonio immobiliare edilizio di enti locali e delle vecchie Usl - ha spiegato Cottone – che spesso sono stati usati per fini non istituzionali o gratuitamente. Il Comune di Napoli aveva affidato la gestione del patrimonio alla società Romeo con la quale abbiamo avuto diversi problemi di cui abbiamo chiesto conto», prosegue Cottone. Il procuratore sottolinea che «nel corso dello scorso anno sono andate a giudizio 601 persone, avviate 1.100 indagini istruttorie e chiesto 175 milioni di euro per azioni risarcitorie. Sono pervenute 5.244 denunce e aperte 3.900 vertenze». 

LA RIDUZIONE DEI NOMINIFICI. Cottone evidenzia pure che «è stato drasticamente diminuito, se non eliminato, il fenomeno della fabbrica delle nomine e della parentopoli. E c’è stata anche una grossa stretta sulle società partecipate che avevano provocato una grande fuoriuscita di denaro pubblico. La Regione le ha ridotte da 43 a 6, cosa che dovrebbe portare ad un risparmio di 30 milioni». Sul fenomeno dei falsi invalidi, Cottone spiega che «anche qui abbiamo operato in sinergia con l’Inps che ha intensificato i controlli permettendo un risparmio di milioni di euro ogni anno». Fari puntati anche su altre vicende. In primis quella della Camera di Commercio per le erogazioni di fondi che «sono stati sprecati», dice Cottone. Altro fenomeno è quello dei doppi incarichi dei professori universitari mentre per quel che riguarda le consulenze «dal 2011 al maggio del 2015 si è passati da 495 a 39. Avere eliminato 37 consigli di amministrazione rappresenta un risparmio di 30 milioni di euro all’anno che ha posto fine al nominificio. La nuova Giunta regionale sta operando in tale senso ed ha intenzione di azzerarli». A giudizio di Cottone, però, esiste ancora una fabbrica degli sprechi che risiede essenzialmente «nella gestione del patrimonio immobiliare e nel settore dei beni culturali».