POZZUOLI. Votano contro i consiglieri comunali Del Vaglio, Ismeno, Tozzi, Sebastiano, Iasiello, Villani e Maione. E soprattutto dice di no Vincenzo Figliolia, leader della minoranza. Poi c’è l’opposizione di Pozzuoli Ora, con Postiglione, che puntava (insieme con il segretario Volpe) a ben altri obiettivi di contrasto a quelli poi affiorati con la dirompente inchiesta. Niente maggioranza (servivano almeno 13 preferenze), una sconfitta cocente per il primo cittadino uscente: il 5 agosto 2022 è il giorno di svolta, il consiglio comunale revoca la delibera consiliare n. 31 del 16 aprile 2021 avente ad oggetto “concessione di valorizzazione del bene Antica Rocca denominato Rione Terra. Nuovi indirizzi”. È il provvedimento che incorpora e che aveva avviato gli «atteggiamenti spregiudicati di un comitato d’affari». Proprio le mani sull’Antica Rocca porteranno in carcere lo stesso Figliolia e l’ex onnipresente (e sufficientemente onnipotente) esponente ex Pd Nicola Oddati, attuale incarico regionale di rappresentanza, in via di stroncatura. In cella anche per l’imprenditore Salvatore Musella e per Giorgio Palmucci, ex presidente di Enit e attuale numero 2 di Confindustria Alberghi. Finiscono agli arresti domiciliari due collaboratori di Musella, Salvatore Della Corte, e Gianluca Flaminio. Per quanto riguarda infine gli ultimi 5 indagati è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, per un altro collaboratore di Musella, Antonio Carrabba, per l’ex direttore esecutivo di Enit, Giovanni Bastianelli, per l’ex dipendente del Comune di Pozzuoli, Angelo Tortora e per due esponenti politici provenienti da altre regioni: Sebastiano Romeo, ex consigliere regionale della Calabria e Luciano Santoro, consigliere provinciale a Taranto. La polpetta avvelenata è dunque il Rione Terra, ovvero «il primo nucleo abitativo dell’antica città di Puteoli, fondato nel Il secolo a.C. su una rocca tufacea che domina l’intero golfo di Pozzuoli e costituisce, per la ricca e complessa stratificazione storica; un sito archeologico, architettonico e religioso unico al mondo...». Insomma quanto basta per capire di fronte a che tesoro siamo. I protagonisti della storia, una torrida sera di due anni fa, immaginano, anzi rafforzano il progetto. Si inizia a sognare alla grande. Si pensa a un unico soggetto privato a cui affidare, inizialmente, la relativa concessione della valorizzazione e gestione degli edifici: di qui si parte - si legge nell’ordinanza del gip - e si arriverà porterà alla corruzione e alla turbativa d’asta. «Un attrattore turistico/culturale di respiro internazionale capace di canalizzare i flussi turistici su tutta l’area dei Campi Flegrei; 1) turistico-alberghiera, 2) turistico-gastronomica, 3) turistico-commerciale; caratterizzare il procedimento ad evidenza pubblica in modo tale da valorizzare la città di Pozzuoli». L’appalto, scrive ancora il gip, pilotato. Ed ecco il sindaco Manzoni che in un secondo momento mette puntini sulle i, prende le distanze da Figliolia. Quanto basta a “gelarlo”: «Serve un’attenzione particolare al nostro Rione Terra, ma vanno ascoltate e portate a nuova sintesi le preoccupazioni e i suggerimenti che studiosi del settore e parti della città stanno manifestando circa le presenze architettoniche-archeologiche, quelle museali e le attività culturali previste e da prevedere nel nostro centro antico». «In ogni caso, codesta Amministrazione, ha il potere di avvalersi della facoltà discrezionale di non procedere all’aggiudicazione, sia per le concrete ragioni sopravvenute che hanno riguardato il procedimento di gara (attualmente in teressato da indagini della Procura della Repubblica di Napoli, con conseguente sequestro di tutta la relativa documentazione), che per operare una diversa valutazione dei presupposti che hanno indotto l’Amministrazione ad indire la gara». Manzoni sta facendo terra bruciata sotto i piedi di Figliolia e
per far capire che la delibera sarà revocata fa capire che l’amministrazione si è tutelata con un parere pro veritate. Spara a raffica altre considerazioni per l’imminente addio all’atto amministrativo. Ecco un’altra ragione: «La questione è stata affrontata più volte dal giudice amministrativo il quale, a più riprese, e con orientamenti risalenti, ha affermato che rientra nel potere discrezionale del Comune disporre la revoca del bando di gara e degli atti successivi, laddove sussistano concreti motivi di interesse pubblico tali da rendere inopportuna, o anche solo da sconsigliare, la prosecuzione della gara». Nella seduta che segna la “caduta”, parla ovviamente Figliolia, che difende il suo atto amministrativo: «Questa Amministrazione intende escludere forme di affidamento esclusivo a privati del bene pubblico, o assume rilievo la necessità di procedere alla definizione di un modello di governance per la gestione e la valorizzazione culturale dell’intero compendio immobiliare del “Rione Terra”». «Io -prosegue l’ex sindaco - alla concessione di valorizzazione non solo sono convinto, penso che sia l’unica soluzione che possa guardare l’interesse generale di quella Rocca e della città di Pozzuoli e dei suoi concittadini. Voi con questo atto vi state assumendo secondo me una brutta responsabilità, perché penso che voi non sarete in grado di fare nulla, perché chi come me insieme a voi sa della complessità, come lei ha sottolineato due volte nel suo intervento caro consigliere Fenocchio, sa bene di cosa parliamo, noi parliamo di cinquant’anni di storia, di opere commissariali, di investimenti pubblici, di battaglie rispetto al ruolo della città e a tutto quello che è stato fatto nel corso degli ultimi vent’anni a partire anche dalla sottoscrizione dell’accordo di programma». Come finirà? Manzoni “fiutava”? Di certo comanda chi governa: «Noi vogliamo voltare pagina, vogliamo che la governance sia veramente del Comune, abbiamo un ventaglio di idee suffragata da autorevoli pareri non solo tecnici, ma anche giuristi; la possiamo fare in house, la possiamo fare attraverso un partenariato pubblico e privato che comprenda anche la Fondazione o con la stessa Fondazione, qual è il problema? C’è di fatto che a Pozzuoli c’è stata proprio una rivolta popolare rispetto a quello che è stato fino ad oggi». Ma ora appare difficilissimo, per chi ha governato precedentemente, tentare di risparigliare le carte e cercare una nuova smazzata. Anzi che mazzata: è un vero e proprio terremoto in casa Pd. Intanto si fanno sentire i gruppi consiliari Pozzuoli Democratica, Pozzuoli Libera, Pozzuoli al Centro, Progressisti Democratici, Europa Verde, Spazio Flegreo, Uniti per Pozzuoli: «Lunedì è stata una giornata difficile per la città di Pozzuoli, abbiamo appreso la notizia dei provvedimenti restrittivi emessi a carico del consigliere Vincenzo Figliolia. Così il sindaco di Napoli, Manfredi: «Nell’esprimere vicinanza umana, confidiamo nell’operato della magistratura». Della vicende parla anche il sindaco di Napoli, Manfredi: «Non commento mai le vicende giudiziarie. Credo che dobbiamo avere fiducia nella magistratura e che le persone coinvolte possano chiarire la loro posizione perché sono sempre momenti complicati e difficili sia per le istituzioni che per le persone coinvolte». Manfredi ha espresso l’augurio che «l’inchiesta trovi rapidamente una conclusione e si arrivi a una definizione precisa delle responsabilità». «Si tratta di una vicenda particolarmente dolorosa che ha scosso profondamente la nostra comunità. Parliamo di due soggetti che per molto tempo sono stati protagonisti della vita politica napoletana». Così il segretario del Pd di Napoli, Giuseppe Annunziata.