«Li abbiamo uccisi. Sono scese 200 persone e le abbiamo picchiate. Ne abbiamo investiti 4-5 con l'auto e siamo scesi con le mazze di ferro». Sono le frasi choc mandate in onda ieri sera da “Canale 21", una nota vocale riconducibile a un tifoso del Napoli che ha preso parte agli scontri coi tifosi nerazzurri prima di Inter-Napoli disputata mercoledì sera a San Siro. L'audio è stato acquisito dagli investigatori che indagano sull'episodio. «Hanno fermato tutti e hanno sequestrato dalle nostre auto picconi, mazze di legno, manganelli e tirapugni… è un peccato perché ci sono tante persone ferite sia dei nostri che dei loro - prosegue l'audio -. A loro però è andata peggio perché ne abbiamo feriti gravemente 6-7. Ci sono 4 accoltellati, uno di Napoli e tre di Milano. C'è confusione. La polizia ci ha fermato ed ha bloccato il traffico. Ora stanno controllando i feriti interisti, 5-6 sono molto gravi, uno è morto». «Noi stavamo attaccando di nuovo 3-4 interisti quando ci siamo accorti che tra di noi c'era un loro amico morto. Allora ci hanno chiesto una tregua. Hanno spostato il morto e ci hanno applaudito per il gesto. Dopodiché abbiamo ripreso lo scontro», conclude il tifoso napoletano riferendosi a Davide Belardinelli l'ultras nerazzurro investito da un van. 

«LA VETTURA NON APPARTENEVA ALLA COLONNA DEI NAPOLETANI». Secondo uno dei tre ultà interisti arrestati per gli scontri del 26 dicembre prima di Inter Napoli, la vettura che ha investito e ucciso Daniele Belardinelli non apparteneva alla colonna dei tifosi partenopei presa d'assalto nei pressi di via Novara. Il ragazzo ha ricostruito davanti al gip Guido Salvini le fasi degli incidenti spiegando che, a suo avviso, la vettura che ha travolto Belardinelli, pur procedendo verso lo stadio Meazza (e non in senso opposto come a una prima ricostruzione), non apparteneva alla colonna. Il suo legale ha chiesto che non sia applicata la misura della custodia cautelare in carcere per il giovane incensurato.