NAPOLI.  L’Unione Italiana Food fa tappa a Napoli, al pastificio Garofalo per fare il punto su un alimento patrimonio della Nazione. E parte proprio dai recenti studi del Brigham and Women Hospital di Boston  pubblicato sulla rivista The Lancet Public Healt, per i quali si dimostra che la pastasciutta può essere tranquillamente usata nelle ultime ore della giornata, soprattutto se siamo stressati o soffriamo d’insonnia, grazie alla presenza in questo alimento di Triptofano e Vitamine del gruppo B. Uno studio che assume un valore particolare in vista della Giornata Mondiale del Sonno in programma per il 15 marzo, indetta dalla World Association of Sleep Medicine per sensibilizzare sui benefici di un riposo notturno buono e salutar. «la pasta è un’ottima alleata anche di sera - ha confermato Luca Piretta, nutrizionista e gastroenterologo, membro del consiglio direttivo della società italiana di Scienze dell’Alimentazione - Il consumo di pasta favorisce la sintesi di insulina che a sua volta favorisce l’assorbimento di un aminoacido precursore della serotonina e della melatonina. Inoltre le vitamine del gruppo B, presenti in quantità maggiore nella pasta integrale, implicano il rilassamento muscolare. Soprattutto la B1, fondamentale per il sistemna nervoso centrale che stimola la produzione di seotonina».

Insomma i presupposti ci sono tutti per prendere l’abitudine di mangiare un buon piatto di pastasciutta la sera sena per questo avere rimorsi di coscienza. Basta oservare alcune regole: una porzione di 80 grammi, prediligere la pasta integrale, ricordare che i formati lunghi aumentano il senso di sazietà, olio meglio se a crudo e cottura sempre al dente.

L’Unione Italiana Food ha anche pubblicato una guida, in accordo con i nutrizionisti e con gli chef, con i dieci migliori piatti studiati proprio per la sera. Ricette grazie alle quali i Millenials rilanciano un rito nato 40 anni fa con Lucio Dalla, la spaghettata di mezzanotte che, grazie a questa riscoperta, ha anche una sua giornata nazionale, il 5 luglio. L’appuntamento napoletano di questo tour che mira a coinvolgere e sensibilizzare l’opinione pubblica su un mito sfatato in tutto e per tutto, ha visto come tappa anche il pastificio Garofalo a Gragnano, dove si è fatto il punto anche sulla qualità di un alimento a volte sottovalutato e a volte addirittura demonizzato.

L’Ad del pastificio, Massimo Menna (nella foto), a tal proposito, difendendo la bontà di un alimento «completo e finalmente rivalutato anche dai nutrizionisti» ha ricordato il rapporto tra ricerca, innovazione e qualità: «In questi ultimi decenni i controlli sul prodotto sono arrivati a livelli altissimi - ha detto - e i pastifici, grazie ad una ricerca costante, sono riusciti a fare un prodotto di grandissima affidabilità e sicurezza. Per cui non posso che confermare che mangiare pasta non solo aiuta a fare sonni profondi e tranquilli, ma rende migliore la vita».

Ma Menna ha fatto anche un punto di marketing ed economico del prodotto stilando un primo bilancio di investimenti che, negli anni, hanno sfiorato le centinaia di milioni di euro in ricerca e innovazione grazie alle quali «nel 1967 esportavamo il 10% del prodotto adesso siamo ad oltre il 57%. Un piatto di pasta ogni quattro, al mondo, è italiano e tre piatti su quattro in Europa viene dall’Italia, dai cento pastifici nazionali che danno lavoro, tra diretto e indotto a 15mila persone». Il lavoro fatto fino a questo momento ha dunque pagato ampiamente quelle che erano le aspettative. «Ma non bisogna mai abbassare la guardia - ha confermato - La qualità va sempre prediletta sulla quantità. Sul nostro sito, per esempio, abbiamo voluto inserire una sezione per la tracciabilità di ogni pacco di pasta, basta inserire alcuni dati e  si ha l’analisi merceologica del contenuto. Per molti anni in Italia si è tenuto più alla quantità che alla qualità. Il discorso da un po’ di tempo, per fortuna, è del tutto invertito».

Uno dei motivi, secondo i nutrizionisti, per i quali la pasta è stata rivalutata abbondantemente. Non bisogna nemmeno dimenticare che pasta, Napoli e Campania sono una triade quasi imprescindibile. Gragnano nel mondo vuol dire pasta e «nello strettissimo rapporto che esiste fra un pastificio e il territorio noi dobbiamo lavorare proprio per far sì che la pasta resti un prodotto d’eccellenza».