di Antonio Sabbatino

NAPOLI. Un progetto davvero utile visto che si tratta di abbellire un luogo che rappresenta una delle cartolina di Partenope? O uno spreco di risorse, comunque difficilmente utilizzabili in altri ambiti visto che sono fondi governativi Poc Metro, perché la città necessita di essere ripensata dal punto di vista urbanistico puntando su necessariamente su altro? Il lavoro di restyling di una porzione di lungomare, quella che intercorre tra piazza Vittoria e il Molosiglio, circa un chilometro di lingua di terra per una larghezza di otto metri, rappresenta uno degli argomenti più divisivi in questo momento in città. E lo è anche dal punto di vista politico/amministrativo viste le posizioni, alquanto distanti, tra maggioranza ed opposizione, espresse ieri nella commissione congiunta Infrastrutture e Politiche Urbane chiamata a discutere del progetto esecutivo. Nello specifico, si tratta di un finanziamento da 13 milioni e 200mila euro, stanziati sino al 2020. Entrato nella fase dell’aggiudicazione definitiva, il bando prevede nella sua parte principale interventi per l’allargamento del marciapiede e della pista ciclabile, l’installazione di pietra lavica e l’utilizzo di una rinnovata illuminazione e adeguamento degli arredi urbani. Più una serie di sotto servizi. Entro metà settembre, è previsto l’espletamento dell’avviso pubblico e l’aggiudicazione.

LE ACCUSE DELL'OPPOSIZIONE. Le minoranze vanno all’attacco, come già successo nelle scorse settimane anche durante la conferenza stampa promossa da alcuni presidenti di Municipalità avversi al sindaco Luigi de Magistris, dove si prese lo spunto per parlare del progetto come sostanzialmente uno spreco viste le difficili condizioni dei parlamentini. «Ci sono aree della città che soffrono per una scarsa viabilità, mi riferisco ad esempio alla zona Est dove alcune strade sono in cattive condizioni» sottolinea il consigliere del Partito Democratico Aniello Esposito, che nella zona orientale risiede. Tra i più combattivi David Lebro, protagonista anche di un acceso diverbio con l’assessore Mario Calabrese, presente alla commissione unitamente al titolare all’Urbanistica Carmine Piscopo. «La trasformazione urbana del lungomare è già avvenuta attraverso un’ordinanza (il riferimento è alla pedonalizzazione di un tratto di via Caracciolo, uno dei vessilli dell’amministrazione di Luigi de Magistris). Ma noi qui abbiamo delle strade colabrodo e pensiamo ad abbellire una strada nemmeno così lunga? A chi giova? Senza dimenticare come giungere in via Caracciolo è complicato. In più, si è costretti molto spesso a parcheggiare l’auto in garage privati molto costosi perché i parcheggi pubblici mancano. Qualche volta ho preferito addirittura venire in taxi. E, per di più, alcuni esercizi commerciali della zona si sono quasi appropriati dell’area». «Quella del Lungomare così come appare oggi è frutto anche di una scelta politica – ribatte la consigliera demA Eleonora De Majo – Oggi la zona ha un determinato target, frequentata da chi magari non può permettersi di pagare l’accesso ai lidi in questo periodo estivo. La discussione, a volte, mi pare un po’ surreale».

LA DIFESA DELL'AMMINISTRAZIONE. A dare spiegazioni sulla bontà del progetto secondo la giunta comunale, è l’assessore all’Urbanistica Carmine Piscopo. «L’urbanistica è un processo e l’attuazione di un programma complessivo ed anche per via Caracciolo è così. Per il Lungomare io non credo basti un’ordinanza per cambiare funzione come pure è stato detto, ecco perché questa funzione vada portata avanti attraverso delle opere per la rigenerazione urbana. In passato, per altri lavori, si è seguita questa logica. L’amministrazione ha dato attuazione agli strumenti finanziari come è accaduto per Vele di Scampia o in altri ambiti. È su queste basi che si poggia il progetto di restyling». E poi: «Parlare di allungamento dei marciapiedi sembra quasi dare vita ad una figura retorica perché sul lungomare si interviene sul sistema fognario, sull’illuminazione, sulla cromatura della strada, sulla balaustra, sullo strato sottostante. Sono lavori strutturali e riguardano anche un aspetto economico per la città perché si crea anche occasione di lavoro».