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Benevento, aria fresca contro il provincialismo

Opinionista: 

Fosse stato possibile scommettere, avrei vinto a mani basse. E come me tutti coloro che più o meno conoscono Benevento, la sua particolare inclinazione a creare polemiche, che per la verità durano quanto un battito d'ali, contro qualsiasi iniziativa. È già capitato in plurime occasioni, la scena si è ripetuta anche in questi giorni rispetto all'installazione a piazza Castello e alla possibilità, a pagamento, di cenare in volo. Ognuno può esprimere, ovviamente, il proprio parere: piace, non piace, vale o no un esborso economico? Ciascuno si dà una risposta e agisce di conseguenza, partecipando o disertando. Non è questo il punto, ci mancherebbe, ma la “levata di scudi” contro un'idea che, gradita o meno, rappresenta comunque un tentativo di smuovere le acque limacciose del provincialismo nel quale siamo purtroppo immersi. Tutti più o meno d'accordo? Manco per sogno, nel solco del mi si nota di più se intervengo o se sto zitto? Un interrogativo legato ad una mentalità che da sempre cerca di mettere i bastoni tra le ruote a chiunque mostri uno spirito diverso. Fioccano allusioni, dietrologie, nulla importa la loro fondatezza, perchè servono ad alimentare un clima di ostilità di cui non si ha il benchè minimo bisogno. L'alternativa non sono gli “applausi” acritici a scena aperta, ma la consapevolezza di quanto sia fondamentale la libertà di impresa e di scelta contro quella tendenza che da sempre punta, con il ditino alzato, ad impedire che venga insufflato anche un solo refolo di aria fresca e nuova, seppur discutibile, in un ambiente asfittico, conservativo, che non sopporta, a meno che non ci sia la propria firma, che certi equilibri vengano smossi. Come se la “difesa della città”, del suo patrimonio, contro l'assalto dei “barbari” fosse un'esclusiva solo di quanti si sono autoinvestiti di questa missione sul presupposto di una superiorità morale ed intellettuale che funge da paravento a piccole ambizioni. Che barba, che noia, sempre la stessa tiritera, come quella che state leggendo. L'ennesima, lo ammetto, contro una “forma mentis” che rappresenta il limite enorme della nostra comunità: una sorta di freno a mano che deve mantenere bloccata l'auto sulla quale tutti viaggiamo. In tanti vorrebbero che facesse qualche metro in avanti, mentre c'è chi preferisce invece che continui a girare su se stessa, indipendentemente dal conducente. Spesso cambia, ma i sussurri che riceve arrivano quasi sempre dagli stessi suggeritori: talvolta sono su una sponda, poi sull'altra, l'obiettivo è fare in modo che il prodotto non cambi. Ecco perché, anche se il periodo non è dei migliori - il caldo e l'afa sono opprimenti -, dobbiamo aprire le nostre finestre e respirare a pieni polmoni.