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Caro Salvini, venga a trovarci a Napoli

Opinionista: 

Caro Onorevole, sul “Roma”, giornale più antico d’Italia, scrivo, da anni, opinioni. La maggior parte sulla situazione di Napoli e sull’altra, altrettanto deprecabile, del nostro Paese. Da sempre, senza averlo con Lei concertato, mi occupo di immigrazione, di islamismo e del fenomeno infestante costituito dallo sfruttamento di minori nell’accattonaggio e dai comportamenti di carattere associativo che regolano questo modo di comportarsi. La cosa che mi indigna e che è motivata dalla mia totale condivisione del nuovo corso che Lei rappresenta e guida più che degnamente, è quella che appare come una generalizzata, se non totale indifferenza, delle Istituzioni, nell’affrontare atteggiamenti, anche i più arroganti, che Lei cerca di contrastare sistematicamente. Venendo al concreto e per darLe dei riferimenti, come è possibile che a Napoli, in pieno Centro, a via Toledo, di fronte alla sede storica di quello che è stato il gloriosissimo Banco di Napoli, i venditori africani ed asiatici di occhiali pericolosi per la pubblica salute (lenti di pessima qualità e sputacchiate per pulirle con panni lerci) e di borse con i marchi contraffatti, stazionino impunemente? Stendendo i propri teli, carichi di mercanzia, di fronte alle pattuglie appiedate dei militari di Strade Sicure? Senza che i soldati, armati come se dovessero affrontare un attacco ad una roccaforte dell’Isis siano autorizzati ad intervenire essendo considerati dei semplici ausiliari di Pubblica Sicurezza senza poteri? Come è tollerabile che gli stranieri in parola si allontanino di pochi metri sistemandosi nei limitrofi vicoli al pendolare di corpose pattuglie di vigili, per poi riprendere posizione sul pubblico suolo su cui affacciano botteghe di commercianti, nostri connazionali, che in molti casi fanno la fame, pagano affitti insostenibili a padroni caimani e testatici di tutte le specie allo Stato Caino? Come può spiegare ai Suoi cittadini, signor Ministro, che in gran parte La stimano ed amano, il perché dell’invasione di Metropolitane e Funicolari da parte di falsi suonatori zigani che, anche con minori, impuniti percorrono i vagoni per pitoccare? E le chiese, come quella dei Fiorentini, in pieno Vomero, sul cui ingresso al sagrato si pratica, da parte degli stessi soggetti, da anni, la più indiscreta e zotica delle questue professionali da parte di Africani che si rivolgono alle signore che frequentano la Casa di Dio con un irrituale e cafonissimo “dare un euro bella bionda”? E i nigeriani che sull’uscio di Caserme, Posti Fissi e Commissariati pitoccano senza pudore ben sistemati con le comodità costituite da sedie, cassette e bidoni (vedi Chiesa del Gesù Nuovo in pieno centro turistico) le cui sedute sono ben ammortizzate da cuscini e il cui “posatoio” è dotato di appello alla popolazione identico in molti casi e plastificato in copisteria? Ed i falsi spazzini, sempre africani, che accumulano dovunque mucchietti di spazzatura sui marciapiedi invocando il proprio ruolo di salvatori e tutori dell’arredo urbano con piattino posto sul selciato per raccogliere l’obolo dei componenti morti di fame del popolo italiano? Perché, signor Ministro, non prova a fare un giro in incognita del nostro centro urbano per riscontrare se quello che scrivo è fonte di fantasia mal amministrata? E se fosse vero, perché non esercita il Suo potere istituzionale per chiedere conto di tante inefficienze a chi è pagato per provvedere e che si nasconde dietro le troppe leggi ed i regolamenti per omettere di fare con efficacia il proprio dovere? La saluto con simpatia e stima immutata, invitandoLa ad una visita alla redazione del “Roma” che soffre della crisi della stampa, aggravata dal nuovo andazzo che ha sottratto i contributi che servivano a sopravvivere. L’aspettiamo, magari, a titolo di concreta manifestazione d’appoggio al Meridione, in compagnia del signor Presidente dottor Sergio Mattarella, siciliano di spessore amato dal popolo italiano sofferente.