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Col nuovo Codice della Strada parte una battaglia di civiltà

Opinionista: 

Il maresciallo Francesco Pastore e l’appuntato scelto Francesco Ferraro: stesso nome di battesimo, stessa missione di difesa della comunità senza mai tirarsi indietro, stesso tragico destino. Due carabinieri che sono stati strappati giovanissimi alle loro famiglie e all’intera collettività mentre svolgevano il proprio dovere. L’auto di servizio è stata speronata da una vettura sulla Statale che collega Eboli a Campagna, nel Salernitano. Io li considero fiori recisi da una mano criminale perchè il suv era condotto da una donna risultata positiva all’alcoltest e alla cocaina. Nell’incidente sono rimasti coinvolti anche un altro maresciallo dell’Arma e un uomo di 75 anni. Pure per quest’ultimo, Cosimo Filantropia, non c’è stato niente da fare: si è spento dopo otto giorni di coma. Un’altra tragica e stupida mattanza. Sono tante, troppe, le vittime che si registrano sulle strade dell’intera Penisola (nel 2023: 1.326 morti e 41.854 feriti), un fenomeno che non risparmia certo la nostra regione. Solo nel fine settimana in cui si è verificato l’incidente in provincia di Salerno, su 39 persone (16 automobilisti, 15 motociclisti, 5 pedoni e 3 ciclisti) che hanno perso la vita sul territorio nazionale, sei sono cittadini campani uccisi lungo le nostre strade. Le ragioni di un fenomeno che non si riesce ad arginare sono molteplici: si va dalla distrazione e la superficialità di chi conduce un veicolo, passando per la mancata osservanza delle regole, per l’utilizzo indiscriminato del telefonino al volante e altre azioni rischiose come l’alta velocità, fino all’abitudine, criminale appunto, di mettersi alla guida dopo aver consumato forti quantità di alcol o di droga. A parte i casi limite - quelli in cui gioca un ruolo determinante anche la casualità - c’è un fattore che influisce più degli altri quando si verifica un incidente stradale: la mancanza di rispetto per la vita, per la propria incolumità e per quella degli altri. È questo l’aspetto più preoccupante. La maggior parte delle volte non ci si rende conto che un’auto, una moto e in generale ogni veicolo, al di là della cilindrata, rappresentano un potenziale pericolo che si amplifica se in chi li conduce sono assenti responsabilità e senso civico. Per non parlare dell’idiozia di certi comportamenti. Mi riferisco ad esempio alle famigerate “challenge” (stupide sfide di resistenza alla guida) che abbiamo imparato tristemente a conoscere per la vicenda del piccolo Manuel, appena 5 anni, ucciso a Casal Palocco. Una situazione di emergenza continua come questa imponeva la necessità di introdurre delle contromisure reali ed efficaci, sentita e fatta propria da questo governo, e in particolare dal Vice Premier e Ministro Matteo Salvini: il nuovo Codice della Strada, che porta la sua firma, entrerà in vigore già prima dell’estate. E’ una riforma che rappresenta uno strumento decisivo e radicale in una materia nella quale è spesso mancata attenzione e consapevolezza da parte delle forze politiche. Ora, dopo anni di no “ideologici” e a prescindere (provenienti dalla sinistra), dopo anni di indifferenza e interventi tampone e inefficaci, finalmente avremo misure sia preventive che restrittive adeguate a contrastare un fenomeno che si ripresenta ogni volta con “bollettini di guerra”. Al centro della riforma ci sono la sicurezza e la vita di ognuno di noi, valori che vanno difesi sempre e comunque, sia attraverso la cultura del rispetto delle regole e dell’educazione stradale - da infondere soprattutto nei giovani, tra i banchi di scuola - sia con interventi decisivi in termini di inasprimento delle pene per chi sbaglia, di controlli più serrati, di una prevenzione che si realizza anche attraverso norme più stringenti, di massimo rigore. Dunque, un impianto legislativo finalizzato alla diminuzione delle cause e dei presupposti degli incidenti, che si caratterizza per la volontà reale di fermare chi crede di poter fare il proprio comodo sulle nostre strade. Fondamentali, in questo senso, lo strumento “alcolock” (un dispositivo installato presso officine autorizzate che impedisce l’accensione del veicolo se il tasso alcolemico del conducente supera lo zero), le sanzioni ulteriormente severe per chi si ostina ad usare il cellulare mentre è al volante, per chi si mette alla guida ubriaco o sotto effetto di droga. Allo stesso tempo, il nuovo Codice della Strada prevede un aumento di un terzo della pena per chi abbandona uno o più animali per strada, anche se non provoca incidenti, con la sospensione della patente da 6 mesi a un anno se per l’abbandono viene utilizzato un veicolo. A questo punto la strada è saldamente tracciata. Ora occorre che ognuno, dai rappresentanti delle Istituzioni al privato cittadino, faccia la propria parte affinché attecchisca e si diffonda il buonsenso, valore che nessuna norma, anche la più incisiva, può imporre. È questo l’obiettivo principe della sfida di civiltà a cui noi tutti siamo chiamati. Un contributo che hanno il dovere di dare, in base alle loro competenze e al loro campo di azione, anche le istituzioni locali. Su questo piano, nel Nostro Posto, soprattutto per quanto riguarda l’adeguata illuminazione, la cura e la manutenzione della segnaletica, il corretto funzionamento dei semafori, delle telecamere, di ogni dispositivo per dissuadere i cittadini dal compiere illeciti e in generale la tenuta delle strade, Comune di Napoli e Regione Campania hanno l'obbligo di destarsi da un immobilismo che dura da troppi anni. Non è ammissibile che, come più volte capitato, si perda la vita anche soltanto per attraversare una strada del centro città. Questi Enti battano un colpo anche loro. Stanzino risorse, avviino un’attività di monitoraggio, scendano in campo. È venuto il momento di agire compatti, di sposare la linea del Governo nazionale se veramente si vuole cambiare rotta. Nessuna indifferenza, nessuna tolleranza, nessuno sconto per chi sbaglia, nessun finto buonismo nell’affrontare una vera e propria guerra. Lo dobbiamo alle vittime della strada, alle loro famiglie, ai loro genitori, a tutti noi, ai nostri figli, ai nostri giovani. Lo dobbiamo in particolare alle mamme e ai papà come i componenti dell'Associazione Mamme Coraggio e Vittime della Strada-Onlus che, insieme a Matteo Salvini, abbiamo incontrato a Pietrarsa nei giorni scorsi raccogliendo la loro dolorosa testimonianza. Donne e uomini i cui figli non sono più tornati più a casa e hanno scelto di onorarne il ricordo impegnando tutte le loro energie in un prezioso lavoro di informazione ed educazione perché non accada ad altri.