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Commissario per Bagnoli

Opinionista: 

Il dottor Luigi de Magistris, entrato quattro anni fa a Palazzo San Giacomo con la bandana in testa e con la promessa “Scasso tutto” (e c’è riuscito, purtroppo), da alcuni giorni minaccia fuoco e fiamme contro la nomina del Commissario di governo per Bagnoli, previsto dall’articolo 33 della legge “Sblocca Italia” e che il governo Renzi intende nominare nella persona del magistrato Raffaele Cantone. E difende un mirabolante “piano per Bagnoli”, elaborato della sua amministrazione, che, violando i diritti sanciti nella Convenzione di Aarhus, non è mai stato sottoposto alla discussione dei napoletani. Dimentica il furente sindaco che venerdì 18 aprile 2013 ha dichiarato a un quotidiano cittadino: “Chiederò al governo di essere nominato Commissario straordinario per Bagnoli perché ho intenzione di sciogliere la Bagnolifutura” (ma poi ha fatto di tutto per farla fallire). Come dire: il Commissario lo faccio io o non lo fa nessuno. E dimentica di avere anche dichiarato: “Nei prossimi giorni darò disposizioni al Provveditorato alle opere pubbliche di indire la gara per la rimozione della colmata di Bagnoli utilizzando i 50 milioni di euro già disponibili”. (ma nel dicembre dello stesso anno ha ingiunto all’Iritecna di rimuoverla). Dichiarazione avventata visto che il direttore generale del ministero dell’Ambiente Maurizio Pernice e il vicesindaco di Tommaso Sodano (lo stesso che in più occasioni ha promesso il ripristino della spiaggia di Coroglio attraverso la rimozione della colmata e la contemporanea bonifica dei fondali marini avvelenati) hanno convenuto alcuni giorni addietro che “la colmata non sarà rimossa perché saranno realizzate una nuova impermeabilizzazione e la riammodernizzazione dei sistemi di mantenimento dei depuratori e sarà provveduto al pagamento delle bollette e degli stipendi dei quattro tecnici che vi lavorano”. A parte la stupefacente rivelazione dei “quattro tecnici che vi lavorano” si tratta di una decisione inaudita, arrogante, scandalosa. E, soprattutto, in contrasto la legge 582/96. Ma il sindaco de Magistris l’ha avallata. È bene ricordare che le grandi trasformazioni urbane possono essere fatte solo da Commissari. E, infatti, il volto di Napoli è stato cambiato in meglio dai Commissari Michele Castelli negli anni ’30 (rione Carità e altre grandi opere pubbliche) e Vincenzo Tecchio negli anni 40 (La Mostra Triennale delle Terre Italiane d’Oltremare e il Collegio Costanzo Ciano). Due operazioni di rinnovamento urbano attuate attraverso i pubblici concorsi di progettazione, come si usava nell’Italia di quegli anni (quando i podestà avevano maggiori poteri degli attuali sindaci) e come si usa oggi in tutto il mondo. Non a caso il nuovo museo della CdS sarà realizzato attraverso un concorso internazionale di progettazione. Quindi ben venga il Commissario di governo. Con questi compiti. Innanzitutto deve risolvere la questione della bonifica dei suoli e dei fondali marini antistanti il litorale di Coroglio e della rimozione della colmata, senza le quali non ha alcun senso pretendere che gli imprenditori italiani ed europei investano su Bagnoli. Ovviamente bisogna tenere nel debito conto il sequestro penale dei suoli e il conseguente processo ai responsabili dei ritardi e delle malefatte. Nel contempo occorre rispettare la Convenzione di Aarhus sul diritto dei cittadini di partecipare alle scelte urbanistiche e il modo migliore è costituito dal concorso internazionale di idee, aperto al talento e alla inventiva degli economisti e degli urbanisti di tutto il mondo. È appena il caso di chiarire che la trasformazione urbana di Bagnoli investe problemi di natura economica e non solamente architettonici. La necessità del concorso internazionale aperto agli economisti è stata da me evidenziata nel lontano 1990, appena dopo lo spegnimento dell’Alto forno dell’Ilva, ed è stata condivisa anche dal presidente Stefano Caldoro. E da numerosi studiosi napoletani e nazionali. Perciò, bando alle chiacchiere. E benvenuto al Commissario straordinario per Bagnoli.