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I dubbi sull’operazione Pompei Opera Festival

Opinionista: 

Praticamente in solitaria, ho ripetutamente espresso sulla stampa cittadina i miei dubbi sulla operazione “Pompei Opera Festival” annunciata con grande fragore dal ministro Franceschini. Denunciavo: 1) il non coinvolgimento del Teatro di San Carlo a favore del Bellini di Catania; 2) la qualità della Fondazione Carnovale, sconosciuta ai più, e la provenienza delle risorse da investire; 3) l’opportunità di un ulteriore stravolgimento del Teatro Grande con l’affidamento a Renzo Piano di un progetto di ampliamento fino a 20.000 posti; 4) la qualità artistica della messa in scena delle opere programmate, fino a 55 alzate di sipario, se ricordo bene; 5) le ragioni per cui progetto analogo, presentato qualche mese prima per il Teatro Verdi di Salerno, e la direzione artistica di Daniel Oren, dall’allora Sindaco di Salerno, attuale Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, fosse scomparso. Dubbi ed interrogativi rivolti a tutti i livelli istituzionali ed alla Sovrintendenza, nonché alla delegazione parlamentare campana di tutti i partiti: nessuna risposta, prevalsero gli applausi, elargiti con buona dose di superficialità, probabilmente indotta da una positiva (a prescindere dal caos organizzativo) rappresentazione di Bohème per la direzione del Maestro Alberto Veronesi, che dell’operazione appare il vero “patron”. Tutto quello che è successo dopo è stato puntualmente registrato sui media cittadini, fino al ridimensionamento, in tutti i sensi, del progetto, compresa la sfortunata, si fa per dire!, rappresentazione di Tosca di domenica 9 agosto. Al netto della clamorosa, e motivata, uscita dal progetto di Carla Fracci e delle davvero inopportune parole pronunciate, per l’occasione, dal Maestro Veronesi nei suoi confronti. Giustamente Franceschini e Renzi hanno stigmatizzato il comportamento, non il primo, di alcune sigle sindacali, che con la convocazione di un’assemblea improvvisa hanno lasciato sotto il sole, con i cancelli chiusi, migliaia di turisti, giunti a Pompei per visitare gli Scavi. Ora il ministro, che sul progetto aveva messo la sua faccia, non ha nulla da dire a quegli altri turisti, che magari avevano programmato le proprie ferie, prenotando un biglietto per una serata d’opera nel fascinoso scenario di Pompei, come si annunciava? A questi sfortunati basta dire che il biglietto verrà rimborsato? E dell’ennesimo schiaffo all’immagine di Pompei e dell’Italia chi risponde? È chiaro che la responsabilità è tutta del ministro e della Sovrintendenza, che hanno scommesso sulla credibilità del progetto e, soprattutto, dei loro programmatori, la Fondazione Carnovale e il Maestro Veronesi: con superficiale, per non dire altro, leggerezza! C’entra in tutto questo anche qualche “onnipotente” alto dirigente del Ministero, che ha contribuito a determinare la decisione del ministro? Magari lo stesso che Renzi si accinge a nominare quale novello, antico, demiurgo, da poteri … straordinari?! Possibile che nessuno della stampa abbia sufficiente curiosità per andare a … “vedere”?! Possibile che nessun parlamentare abbia inteso “sprecare” sull’argomento almeno un’interrogazione? Posso “osare” di chiamare in causa, approfittando della sua amicizia, l’onorevole Luisa Bossa, sempre attenta alle questioni che riguardano la sua terra, perché aiuti tutti noi a capire cosa è successo? Con questa colpevole superficialità si aiuta, come vorrebbe Matteo Renzi, l’ottimo sindaco di Ercolano, Buonaiuto, nella sua battaglia perché la sua città sia nominata Capitale Italiana della Cultura? Il Governatore, “spogliato”, da sindaco di Salerno, del progetto originario, vorrà vederci chiaro e verificare se siano state, come si vociferava, assegnate risorse regionali, vista l’assidua presenza, plaudente, dell’allora assessore Sommese, a tutte le conferenze di annuncio di questo evento? Sia chiaro, il progetto di una “Arena di Verona del Sud” è positivo e condivisibile, e certamente avrebbe costituito un altro tassello per giustificare un soggiorno pieno a Pompei, arricchito magari, dalle Terme di Castellammare e dai tesori della Costiera, ma affidarlo a mani “incerte” è da irresponsabili! Ribadisco: una cosa è affidare il Colosseo ai Della Valle, un’altra è affidare “Pompei Opera Festival” alla Fondazione Carnovale ed al Maestro Alberto Veronesi. Ma tutto questo, Matteo Renzi, che tanto si preoccupa di Pompei e della sua immagine nel mondo, lo sa? Qualcuno dei “suoi”, spesso solo yes man, napoletani intende aggiornarlo, anche a Ferragosto? Magari, con uno dei suoi twitt fulminanti. Renzi, una volta informato, è capace trasformare un vero e proprio fallimento in un successo clamoroso, sfuggito a poveri mortali, miopi, come me. Voglio condividere il rammarico dell’ottimo Francesco Canessa, che su La Repubblica del 13 di agosto affermava: l’arte dell’improvvisazione non si addice a Pompei! Aggiungo: Pompei merita ben altro!