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Il codice rosso rafforzato e i casi di stupro in aumento

Opinionista: 

Alla luce dell’entrata in vigore del codice rosso rafforzato, per ragioni contrastanti, fanno notizia gli sviluppi seguiti ai due stupri di gruppo di luglio ed agosto 2023; l’uno al Foro italico di Palermo, vittima una 19enne, e l’altro su una schermitrice minorenne a Chianciano Terme. Mentre per i fatti di Palermo si è arrivati già alla condanna di uno degli imputati, e precisamente a quella dell’allora unico minorenne del gruppo, per quelli di Chianciano sembra tutto procedere a ritmo lento se non stagnante. Ecco in sintesi i fatti. Lo stupro di Palermo vide la compartecipazione di ben 7 ragazzi di cui uno minorenne e altri 6 appena maggiorenni. Il più giovane, arrestato ad agosto, fu, poco dopo, affidato ad una comunità. Reo, poi, di aver condiviso sui social commenti e video in cui sembrava anche vantarsi degli abusi cui era accusato, tornò in cella. Le immagini dell’ignobile violenza multipla, giravano sulle chat degli amici accompagnate da commenti sconcertanti del tipo: “Sembravamo dei cani sulla preda, l’abbiamo ammazzata, lei è svenuta più volte”. Al processo a rito abbreviato per l’allora minorenne la sentenza, emessa pochi giorni fa, è stata di 8 anni ed 8 mesi; pena superiore a quella richiesta dal Gip. Sembra che a breve si svolgeranno i procedimenti giudiziari anche per gli altri accusati. Tutt’altro scenario per lo stupro di gruppo consumato ad inizio agosto sulla campionessa di scherma minorenne della squadra dell’Uzbekistan che lamenta molta lentezza nelle indagini e conseguente ritardo di attribuzione di colpevolezza. La schermitrice denunciò di essersi svegliata in una camera di albergo con tre suoi colleghi presenti di cui uno ancora sul letto con lei e gli altri lì presenti e tutti insieme la deridevano e si vantavano della “bravata” notturna. Lei, quantunque stordita e senza forze, raggiunse un’amica in un’altra stanza, chiamò i genitori che, precipitatisi, la portarono in ospedale dove furono riscontrate ecchimosi, segni di violenza sessuale e droga nelle urine. I gravi danni psicologici, di cui la ragazza afferma di soffrire, sono acuiti dal fatto di incontrare spesso i suoi tre stupratori durante gli allenamenti. Lei e il suo difensore rilevano che la giustizia civile e quella sportiva non hanno adeguatamente attenzionato il caso lasciando che vittima e presunti accusati condividano gli stessi luoghi. Tale realtà sconcerta anche l’opinione pubblica specie se si verifica in ambito sportivo giovanile ritenuto altamente formativo.