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Il Disegno di legge Zan e il mito di Prometeo

Opinionista: 

Ultimamente uno dei dibattiti più importanti nella scena politica e culturale italiana è quella del Ddl Zan. Il Disegno di legge in parola ha lo scopo, si legge nel testo, di prevenire e contrastare la discriminazione e la violenza fondata “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”. E’ un tema talmente acceso che divide non solo intellettuali e politici ma l’intera società. Ricorda un po' la vicenda del Prometeo incatenato di Eschilo, personaggio mitologico che rappresenta il simbolo della lotta nei confronti delle forze che vogliono tenere l’uomo nell’impotenza e nell’ignoranza, sebbene dalle conclusioni della stessa sembra proprio distaccarsene ed affermare il contrario. Prometeo, infatti, raffigura la vittoria dell’audacia e dell’intenzione dell’uomo nei confronti delle forze che si oppongono al progresso. A tal proposito, è fondamentale ricordare che fu proprio la Grecia classica a dare alla luce il pensiero critico, con l’intervento di tutti quei filosofi e pensatori che hanno sostenuto un nuovo modo di intendere la conoscenza concepita non più quale frutto della rivelazione divina bensì come il risultato dell’indagine e dell’analisi personale. Lo spirito critico, si sa, prima di giungere sino a noi, ha dovuto combattere secoli di ignoranza e di fanatismo religioso e oggi riteniamo che sia entrato a pieno diritto nel patrimonio dell’umanità. La figura del Prometeo, nel corso dei secoli, è risultata molto importante ed è stata oggetto di studio di moltissimi intellettuali, tra cui mi piace ricordare Vittorio Emanuele Orlando, il padre della giuspubblicistica italiana, che, giovanissimo, scrisse nel 1879 all’interno della Rivista Europea, un saggio dal titolo “Il Prometeo di Eschilo e il Prometeo della mitologia greca. Saggio sulle origini e sulla trasformazione dei miti”. Detto questo, occorre ricordare anche che la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, approvata il 10 dicembre 1948 dalle Nazioni Unite ha evidenziato che l’indifferenza nei confronti della libertà di pensiero, di parola e di fede di ogni uomo aveva realizzato gravissime situazioni con l’ausilio dei regimi totalitari del Novecento, per cui il pensiero critico, oggi, rappresenta uno dei presupposti per realizzare la libertà e la pace tra i popoli. Esso rappresenta un modo per affermare il progresso della conoscenza in ogni ramo del sapere. Ebbene, a questo punto è importante evidenziare che da una lettura accurata del Ddl Zan, sembrerebbe che questi voglia giungere ad una situazione totalmente opposta rispetto a quella delineata. Ed infatti la Chiesa cattolica, come sappiamo, si è dimostrata contraria alla sua approvazione ricordando che l’approvazione definitiva di questo Disegno di legge comporterebbe una violazione del Concordato tra Stato e Chiesa: è vero che lo Stato italiano è laico, ma, come ricordato da molti, non è ateo e soprattutto non è estraneo al fenomeno religioso. Insomma il Concordato tra Stato e Chiesa va rispettato, lo ricorda anche la Corte costituzionale che con la sentenza n. 1146 del 1988 ha specificato che la nostra Carta costituzionale “contiene alcuni principi supremi che non possono essere sovvertiti o modificati nel loro contenuto essenziale neppure da leggi di revisione costituzionale o da altre leggi costituzionali”, ricordando, altresì, che “le disposizioni del Concordato … godono della particolare copertura costituzionale fornita dall’art.7, comma secondo, Cost.”. Allora è palese che con il Ddl Zan non ci troviamo nella stessa situazione del Prometeo, in cui l’uomo deve essere salvato dall’asservimento e dall’impotenza poiché, a seguito della sua approvazione definitiva, si giungerebbe ad una situazione esattamente contraria a quella voluta e non si realizzerebbe quanto descritto nel citato mito di Prometeo, in quanto il Disegno di legge, in alcuni punti, come si evince chiaramente, va proprio a colpire due principi fondamentali del pensiero critico, ossia le libertà di opinione e di espressione. Insomma, come richiesto da molte forze politiche, sarebbe necessaria una rivisitazione sostanziale e puntuale della stessa prima della sua eventuale approvazione.