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Il piano anti-italiano pronto dopo il voto

Opinionista: 

Ci mancavano solo le camice nere. La torsione subita dalla campagna elettorale dopo i fatti di Macerata ha ampiamente superato il ridicolo. Il Pd di Renzi, nel disperato tentativo di recuperare qualche voto perso a sinistra, sta giocando con spregiudicatezza la carta dell’antifascismo. Merce avariata, antistorica e di cui agli italiani non frega nulla. Soprattutto un modo per continuare a non affrontare i problemi reali. Mentre il mondo - in particolare l’Europa - si prepara in silenzio a far fronte ad una nuova, possibile crisi finanziaria, di cui la caduta delle Borse degli ultimi 10 giorni è stata solo un piccolo assaggio, in Italia i partiti si accapigliano sul fantasma del Duce. Pazzesco. Si dà il caso che a Parigi e Berlino si discuta invece di cose ben più serie. Discorsi che hanno al centro proprio l’Italia e il drammatico livello del nostro debito pubblico. Francia e Germania stanno lavorando al nuovo assetto dell’Ue. A parole per rilanciarla, nei fatti per riaffermare la loro posizione dominante. La punta più avanzata di questo nuovo patto Merkel-Macron è rappresentata dal recente documento degli economisti francesi e tedeschi per il manifesto della nuova Europa. Nel nuovo Eden che sognano la cancelliera e l’enfant prodige della sinistra - acclamato in Italia addirittura come il salvatore dell’Europa - i titoli di Stato detenuti dalle banche potrebbero non essere più a rischio zero. Se andasse in porto una simile riforma, le banche italiane - storicamente grandi detentrici di Btp - per continuare a tenere titoli di Stato nei loro bilanci dovrebbero effettuare accantonamenti ad hoc. Si tratterebbe di una misura devastante per i nostri istituti, già sfibrati dalla gestione dei crediti deteriorati. Significherebbe costringerli a nuovi aumenti di capitale (allo stato impossibili), o a vendere in massa i 324 miliardi di Btp che ancora detengono. Con conseguenze facilmente immaginabili in termini di perdite per le banche e di aumento dei tassi d’interesse sui nostri titoli sovrani. La situazione è talmente seria che a lanciare l’allarme è stato nientemeno che il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco. Il numero uno di via Nazionale ha avvertito chiaro e tondo che questi cambiamenti della disciplina del trattamento dei titoli di Stato rischiano di «generare le crisi che vorrebbero evitare, innescando fenomeni di contagio finanziario o alimentando movimenti speculativi». Appunto. Un monito chiaro ai nostri governanti uscenti, ma soprattutto a quelli che arriveranno, chiunque essi siano. Una classe dirigente seria, inizierebbe fin d’ora a discutere di come sventare quest’ennesima manovra anti-italiana. Sarebbe, in fondo, l’unica larga intesa che varrebbe la pena fare. Invece? Silenzio. Ma cosa nasconde il rilancio di Merkel e Macron sul tema del debito pubblico italiano? Una soluzione greca per l’Italia. Se pensate che sia solo becero complottismo, beh, sappiate che finanche “Il Sole 24 Ore” - voce dei brandelli che restano dell’establishment italiano - si è sentito in dovere di lanciare l’allarme, scrivendo che «ammettere questa tesi (l’equiparazione tra rischio di credito e rischio sovrano, ndr) vorrebbe dire che in Europa c’è davvero chi punta alla ristrutturazione del debito italiano, come avvenuto in modo “controllato” (con la precedente salvaguardia delle banche tedesche e francesi) col debito greco». Un piano che potrebbe subire un’accelerazione il 5 marzo se - come pare probabile - dalle urne non uscirà una maggioranza omogenea. Alzi la mano chi ha sentito una sola cosa su quest’argomento in campagna elettorale. Di fronte ad un tale scenario, è ancora tollerabile che si chiacchieri di nuovo fascismo, reddito di cittadinanza, rimborsi e altre oscenità del genere?