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L’Expo, il Giubileo e il nostro riscatto

Opinionista: 

calcoli sono a portata di mano. Il 2015 si annuncia per il turismo come l’ anno della svolta. Venti milioni di stranieri previsti per l’ Expo di Milano, un indotto prevedibile di quasi dieci miliardi di euro, una cifra che può incidere sulla manovra finanziaria di un Paese. E poi, Roma, turisti in aumento del 3% per la Pasqua, poi, il 12 aprile, nuova, grande invasione per l’annuncio ufficiale di Papa Bergoglio per quel Giubileo della Misericordia, che parte l’8 dicembre, a cinquant’ anni esatti dalla chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II. Poi, a seguire, ponte del 25 aprile, ponte del Primo maggio, l’estate con la solita cometa di milioni di turisti. Con i riflessi di un Anno Santo che irradierà inevitabilmente i suoi effetti economici anche su tutto il 2016. Insomma, diciotto mesi assolutamente straordinari che possono consentire al nostro Paese una ripresa davvero impetuosa. A poco più di trenta giorni dall’inaugurazione dell’ evento, Milano, annaspando, conta di ritrovarsi puntuale all’appuntamento del Primo maggio. Seimila persone, in questi giorni, stanno lavorando senza soste, con turni che coprono le ventiquattro ore, per recuperare i ritardi registrati. Ma, più complessivamente, è tutta la città e l’intera Lombardia a sfiancarsi per creare punti di attrazione enogastronomica, alternative museali, mostre, eventi che accompagnino il cammino dell’Expo. Un lavoro sicuramente complesso orchestrato intelligentemente dalle istituzioni. Anche Roma si appresta ad indossare il vestito della festa. La Capitale è sicuramento meglio organizzata e strutturata per sopportare eventi di questo tipo. Ha una tradizionale tenuta sul tema dell’ accoglienza e già registra, al momento, milioni di prenotazioni di stranieri che, prima di arrivare a Milano, faranno tappa, per qualche giorno, a Roma per ammirare i siti archeologici e le bellezze della Città Eterna. È lecito sperare che Napoli, in questa occasione, non resti dietro la lavagna, che sfrutti la sua naturale forza d’attrazione, legata anche alle bellezze naturali della sua provincia? È lecito attuare (siamo già in forte ritardo) una forte, straordinaria campagna pubblicitaria che porti da queste parti almeno un terzo dei turisti che transiteranno, nei prossimi diciotto mesi, per Milano o per Roma? È lecito metter su rapidamente, per i prossimi mesi, mostre, eventi che possano fungere da punto di riferimento per qualsiasi strategia culturale e turistica? È lecito sfruttare periodi e occasioni uniche nel loro genere. Sarebbe utile su questi temi aprire un minimo di dibattito, argomentando, approfondendo, senza lasciarsi andare confusamente al solito, tradizionale tramestio elettorale.