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La guerra scomoda di diritti e doveri

Opinionista: 

Il clamore sull'assunzione di due ginecologi non obiettori al San Camillo di Roma per la legge 194 e la vergogna di 55 - sempre troppi - medici e sanitari, al Loreto Mare di Napoli, messi agli arresti per aver reiteratamente timbrato il cartellino senza andare al lavoro, ripropongono lo sbando istituzionale che attraversa la sanità italiana. Roma e Napoli, ma potevano essere anche altre realtà come accaduto per il passato, rappresentano gli scialbi epigoni di un falso ideologico (timbratura illeggittima di un documento di presenza) e di una ideologia partigiana (capziosa interpretazione di una legge dello Stato) purtroppo. In questa guerra di posizione, in cui le fazioni si combattono più preoccupate di accaparrarsi una sterile "terra di nessuno" nell'opinione pubblica che interessate a garantire la corretta applicazione di un servizio sociale dello Stato a donne che possano ritrovarsi in situazioni di grave, inatteso e comprensibile disagio, ostinarsi a trasformare una dialettica sociale e politica in uno stillicidio religioso, in un conflitto interiore che può indurre a veri psicodrammi, ci sembra fuorviante e scorretto, da qualsiasi scelta di campo venga alimentata. Il secondo capoverso dell'articolo 2 della Legge 194/78 recita letteralmente: "l'interruzione volontaria della gravidanza... non è mezzo per il controllo delle nascite", e in tutti, il legislatore indica chiaramente che l'intervento e l'assistenza del sistema sanitario nazionale sono rivolti al fine di tutelare le donne o le coppie che vengono a trovarsi in situazioni particolari di gravi difficoltà sociofamiliari o impedimenti psicofisici al prosieguo responsabile di una maternità. Il nucleo fondamentale della legge, dunque, viene ed è stato, volutamente sottaciuto o ignorato da fautori e denigratori, in nome di una "laicità" di comodo da una parte e di un dogmatismo religioso scomodo, spesso non attento ma coercitivo sulle coscienze dall'altra. Questo accade ogni qual volta la legislazione entri di prepotenza in una sfera troppo "privata" che attiene all'essenza stessa dell'emotività e sensibilità intima dell'individuo, del suo credo religioso, per trasformare un personale senso morale in un dibattito pubblico, in uno spettacolo mediatico fonte di lucro materiale. Basti pensare, ad esempio, al battage pubblicitario e all'assurdo numero di nomination e premi che un mediocre, stucchevole e truculento film come "La battaglia di Hacksaw Ridge" di Mel Gibson, ha mietuto in giro per il mondo, solo per aver raccontato la guerra personale di un obiettore di coscienza! Nessuno ammette che il numero di non obiettori in Italia in realtà è adeguato a quello delle Ivg praticate negli ospedali, o peggio - ciò è da irresponsabili e falsi - non è mai stato evidenziato che la legge 194 è di fatto fallita nel suo obiettivo sociale, perché, a parte la proliferazione ben remunerata dei centri Aied, la carenza di un'adeguata e corretta educazione alla procreazione ha trasformato il ricorso a tale legge per molte donne e coppie irresponsabili in una scappatoia legale per risolvere un "problema" indesiderato, un incidente di percorso, e continuare a gestire la propria vita sessuale con totale superficialità. Già nel 1987, un ginecologo napoletano vide accolta la propria tesi dal tribunale al quale una paziente si era rivolta, denunciandolo per non aver voluto praticarle un aborto. Il medico dimostrò che lei aveva usufruito di quel servizio pubblico presso il suo stesso reparto, per ben 7 volte in nove mesi consecutivi, abusando in modo improprio della legge stessa. In un'epoca in cui ormai le abitudini sessuali si sono "evolute" in un malinteso obiettivo di libertà e hanno visto decrescere l'età in cui vi si approccia, una corretta forma di prevenzione avrebbe dovuto essere al centro anche del sistema educativo scolastico. A ciò ha fatto da negativo contraltare la rigida, reazionaria posizione della Chiesa, che, pur dimostrando comprensione nelle parole, nei fatti sta ancora ad affermare la validità scientifica del metodo Ogino- Knaus: e la sterile diatriba continua sulla pelle di donne in angoscia e medici " ghettizzati" perchè obiettori! Il caso dei sanitari imbroglioni non è manco da commentare: ovunque accada, licenziateli, condannateli e buttate via la chiave! Rendono soltanto più penosa e screditata una professione già troppo difficile e gravata da sospetti e manie persecutorie spesso inaccettabili, ostaggio di uno Stato che ne richiede i giusti doveri ma ne disattende i diritti.