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La salute della donna, medicine “calibrate” in maniera diversa

Opinionista: 

Lo sapete che il 22 aprile si è celebrata la Giornata nazionale della salute della donna? Le risposte potrebbero essere due: un secco sì o un no col commento di rito “… e nemmeno mi interessa!”. Ma interessante e non retorica risulta un’altra domanda:“Perché dedicare una giornata di riflessione alla salute della donna?”. La risposta comporta molteplici motivazioni perché non nasce, certo, dalla diffusa odierna tardiva tendenza di dedicarsi alla quota rosa della popolazione. In primis, diventa sempre più convincente la necessità di una medicina personalizzata. E se ciò è vero per tutti, in questo caso, è fondamentale conoscere un primo sbalorditivo dato di partenza e cioè dall’essersi accorti solo qualche tempo fa che nei laboratori delle case farmaceutiche la sperimentazione era “calibrata” essenzialmente su modelli verosimili dell’uomo medio. Ma la biologia e la fisiologia dell’uomo e della donna, si sa, sono notevolmente differenti ed è chiaro che le medicine dovrebbero essere, quindi, sempre composte e calibrate in maniera diversa. Negli ultimi anni si ovvia a questo problema col produrre compresse facilmente spezzettabili o con medicamenti in gocce da dosare diversamente in base al genere di appartenenza. E a tal proposito sarà capitato a tutti vedere le confezioni degli integratori recare a chiare lettere la scritta Uomo o Donna per le necessità specifiche e non generalizzate. Scorriamo insieme le ancora tante altre motivazioni alla base di questa giornata. Riguardano, fattori di rischio in base alla specifica e delicata funzione riproduttiva, allo stile di vita essenzialmente condizionato dal fatto che le donne si accollano prioritariamente rispetto ai maschi la cura delle persone fragili e degli anziani della famiglia, le relazioni sociali che spesso risentono di retaggi atavici, la indiscutibile ancora poco diffusa indipendenza economica e tanto ancora. Riguardo la funzione riproduttiva la questione è ampia e prende il via anche dall’essere condizionata da scelte familiari in età infantile ed adolescenziale quali, per esempio, una non corretta alimentazione, la mancanza di attenzione ad alcuni particolari vaccini e all’attività fisica che, oltre al controllo del peso ha conseguenze sul benessere mentale col rischio di depressione, di stress e di ansia che, spesso, sono alla base dell’infertilità. In menopausa, invece, il conseguente squilibrio ormonale porta molteplici altri scompensi sulla salute. Il discorso sarebbe ancora complesso ma utile.