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La solitudine di Renzi segnerà il suo destino

Opinionista: 

La fine della democrazia dei partiti, lo scarso peso dei riferimenti ideali, la fine di ogni principio di appartenenza mette gli elettori nella libertà- responsabilità di decidere da soli. Senza il paracadute del partito o dell’ideale. Non credo che ci siano molti Elettori che voteranno Sì o No, perché Renzi o Berlusconi ti “consigliano” di votare in un modo e nell’altro. Così accadrà che ciascuno dei protagonisti in campo si intesterà dei voti, e la vittoria eventuale, soprattutto se vincerà il No, senza averli “meritati”. Ad ogni buon conto, questo finale di campagna elettorale sta mostrando il vero obbiettivo della disputa, rispetto al quale il quesito referendario è meramente strumentale: rafforzare o mandare a casa Matteo Renzi. “Per fortuna”, per Renzi, è intervenuto The Economist a sostenere le ragioni del No, “bilanciato”, devo dire, dalla dichiarazione di Sergio Marchionne a favore del Sì. Ecco, se Marchionne avesse comunicato anche l’intenzione di far pagare alle aziende che amministra, Fiat in testa, le tasse in Italia, anziché in Olanda, allora sì che avrebbe reso un buon servizio a Renzi, al Sì. Ed anche all’Italia. La verità è che Renzi ha sicuramente peccato di ingenuità: questa riforma costituzionale se la poteva risparmiare. Nessuno gliela aveva chiesta. Al netto delle pressanze di Giorgio Napolitano, che aveva posto alla base della accettazione del suo secondo mandato le riforme, appunto. Ma lui aveva bisogno di questo sano bagno di democrazia, o di sangue, per legittimare il suo ruolo di non eletto e per mettere il suo timbro sull’Italia del nuovo corso, a lui intestato. Per gli “uomini soli al comando” alcune scelte sono inevitabili. Sono nel loro Dna. Le lezioni del passato non servono. Vanno incontro al loro destino, inevitabile. E non smettono di volere, fortemente volere, essere soli. Questo Matteo Renzi sta mostrando una vitalità, una energia, una capacità di presenza, e di ripetersi senza annoiarsi, su tutti i palcoscenici, degna di ogni successo. Se gli arriderà. Ma è solo, vuole essere solo, perché non tollera accanto a sé persone con le quali magari dover solo discutere o confrontarsi. Non “può”, ha bisogno solo di replicanti alla… Maria Elena Boschi. Uno come Sergio Chiamparino, che lo ha sostenuto dalla prima Leopolda, pur avendo dichiarato di votare Sì, anche dalla Gruber ad Otto e Mezzo su LA7, non può avere un ruolo “politico” nel mondo di Renzi, perché è un protagonista vero, con una sua storia ed una sua struttura mentale. Inoltre è forte di popolarità e consenso reale, conquistato sul campo. E poi è un uomo libero e deciso nelle sue convinzioni. Ed allora ecco che Renzi è costretto a battere personalmente l’Italia palmo a palmo. Soprattutto l’Italia Meridionale e la nostra Campania. Qui tutto è molto surreale: tutti i soggetti di questo sgangherato Pd corrono quando arriva Renzi, lo applaudono, si mettono in prima fila per essere ripresi, si mettono in posa per farsi fotografare o per fotografarsi in acrobatici selfie, epperò da soli non esistono, né si muovono. I “ras” delle preferenze se ne stanno acquattati, si guardano bene dal fare il “porta a porta”, come pure Renzi ha loro chiesto. Né mi convincono le ultime frenetiche, annunciate, iniziative, comunque tardive: mi sembrano tutte di facciata, “per far vedere”. Poi, conoscendo i soggetti, magari già stanno scrutando l’orizzonte per scegliere la nuova collocazione in caso di vittoria del No, pronti a portare in dote il loro disimpegno. Detto tutto questo di Renzi e del suo “mondo”, dei suoi errori a cominciare da quello, comunque inevitabile, della personalizzazione, quindi della sua strategia dell’annuncio esasperato, anche quando si tratta di enfatizzare uno zero virgola sul Pil o sulla occupazione, devo confermare che voterò Sì al referendum. Mi convince, direi soprattutto, la “qualità” della coalizione- contro, quella del No: tutti arrabbiati o frustrati o non rassegnati. Con la pretesa, alcuni, di sostenere una battaglia di sinistra: non contro Berlusconi- Salvini-Meloni-De Mita-Pomicino- Monti (costui, il vero responsabile di tutto quanto è accaduto, a causa della sua inopinata decisione di fondare un movimento e di presentarsi alle elezioni quale salvatore della Patria) ma contro Matteo Renzi. Quelli della “battaglia di sinistra” sono D’Alema-Bersani-Speranza- Scotto ed i loro replicanti. Esistono anche in quel campo. Davvero insopportabile. Poi, come diceva Mao, “grande è la confusione sotto il cielo. La situazione è eccellente”: da tutto questo nascerà un tempo di vivacissimi fermenti, alla fine dei quali avremo un “sano” Governo Grillo, che favorirà una cesoia, vera e di lungo periodo, dopo la quale arriverà finalmente un mondo nuovo. E così sia. Se questo avrà voluto il popolo sovrano.