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Le false strambate del nostro governo

Opinionista: 

In gergo marinaresco la “strambata” può essere necessaria per stabilizzare il procedere di una barca a vela, ma spesso risulta una manovra errata e pericolosa per il governo dell'imbarcazione. Per un po’ abbiamo tralasciato d'interessarci del "nostro", poiché le strambate dell'incompetente equipaggio al comando sono così costanti da vanificare quotidianamente il navigare sicuro del "barcone" Italia. Quasi non fanno più notizia. Nonostante l'impegno patetico di Conte, dopo la figura scialba al Parlamento europeo, nel ricordare a tutti chi sia il comandante della nave, resta chiaro che è solo un nostromo incapace di mantenere una rotta salda, per gli ordini stizziti di due capitani che si contendono il ruolo a suon di dichiarazioni contrastanti e invadono spesso l'uno il campo dell'altro, offrendo, all'estero e all'interno, il fianco ad una sfiducia e mancanza di credibilità disarmanti. Populismo e sovranismo. Termini abusati e svuotati ormai che servono soltanto a celare l'incapacità dei due partiti - abituiamoci a chiamare così anche il M5S - di sviluppare fino in fondo i propri ideali originari e programmatici. In tal senso, non appare tanto paradossale che proprio lo "zoccolo duro" - la Rete - del M5S potrebbe far fallire il tentativo di "imborghesimento" del gruppo dirigente che fa capo a Di Maio, scolaro pedissequo, neanche tanto capace, del pensiero veterodemocristiano insegnato alla Link Campus University di Enzo Scotti. Tra Fico, ancora preda di schizofrenici sussulti sinistroidi, il "cane sciolto" Di Battista e il gelo retrivo di Casaleggio, non vediamo, anche dopo la prima sconfitta elettorale annunciata, in Abruzzo, un roseo futuro per questo "movimento di pseudobrigatisti" da tastiera qwerty! Lo stillicidio di voti al M5S nel centrosud da parte della Lega non ha d'altronde alcun fondamento culturale ed ideale, alcuna ipotesi d'empatia plausibile, se non per la diaspora sia della sinistra che della destra, colpevoli di essersi "imbastardite" in una similare ricerca clientelare di voti e nel comune, oggettivo fallimento di qualsiasi alternativa programmatica di rilancio economico e sociale per il sud. Orfani della sinistra vagano senza meta fra leaders improbabili e discutibili, fra De Luca, de Magistris o personaggi calati da Roma, e intanto a destra figli di papà da tempo dimezzati, scialbe figure di non più giovani promesse, maschili e femminili, annaspano alla ricerca di nuovi patrocini, vecchie fanfare stonate, e s'adeguano al "patriottismo leghista"! Ritorna così attuale quanto affermiamo da tempo su queste colonne, su due argomenti che ci stanno a cuore: la libertà di stampa e lo scempio legislativo che la Lega sta cercando di far passare sulle autonomie regionali. Il rapporto annuale delle organizzazioni europee per la protezione del giornalismo ammonisce che nel 2018 la libertà di stampa in Italia è deteriorata, definisce "particolarmente preoccupante" la violenza nei confronti di cronisti, con attacchi ed intimidazioni, conseguenze dirette dell'insediamento del governo pentaleghista. In effetti, sia M5S che Lega stanno perpetrando un "olocausto del pensiero libero" metodico e graduale, mentre mirano ad accaparrarsi l'informazione, bastonando chi non s'allinea, con la canèa social dei loro ignoranti adepti. Avevamo scritto che ben presto Salvini e i suoi accoliti, con i suoi "ignari e sempliciotti" parlamentari campani, avrebbero mostrato l'antico volto federosecessionista e l'idiosincrasia per noi "parassiti baciapile": la cronaca di questi giorni non ammette malintesi interpretativi. Abbiamo sentito parlare di pericolo secessionista. Con la tendenza al masochismo assistenziale che serpeggia ancora oggi nel meridione, ci sembra azzardato. La libertà di stampa e il nuovo pericolo autonomista sono legati a doppio nodo, perciò, giù al sud. Rappresentano la nuova chiave di lettura per un vecchio spartito: la questione meridionale. Se non ci fosse stata una penisola frammentata in statarelli, principati e granducati forse, dopo il 1860, una auspicabile "guerra civile" con tanto sangue, fra Nord e Sud, sarebbe stata la "madre" della nostra nazione. Con buona pace dei diritti degli "schiavi terroni", che oggi sarebbero ancora disattesi... ma non abbiamo tutti gli stessi diritti in questo Paese?