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Napoli, un candidato davvero alternativo

Opinionista: 

Iniziato con otto mesi di anticipo, il dibattito sulle elezioni della prossima primavera a Napoli già affoga nella routine degli addetti ai lavori. Nel corso di ogni consigliatura si registrano critiche alle insufficienze dell’amministrazione, ma nessun ricambio per una svolta di governo. Dal 1976, in cui la città si tinse di rosso con Valenzi, salvo qualche interruzione, è prevalsa la linea della conservazione del potere che ha visto, nella continuità, Bassolino, il rosa della Iervolino e l’arancione del sindaco de Magistris. La borghesia, gli intellettuali, la società civile, hanno tollerato che il “cambiamento” fosse della sinistra, la sola abilitata a riparare i suoi guasti. Soltanto Giorgio Almirante, negli anni Ottanta, provò a smontare la patologia e attaccò il tabù, mancando di poco l’obiettivo di debellare il cancro partenopeo. Renzi ruberà la scena con un suo candidato del Pd? Cosa faranno da grandi i subentrati del M5S? Le risposte, in ogni caso, non costituiranno variabili indipendenti e autosufficienti. Nulla di nuovo, è il solito tormentone che precede le urne. Quanto al centrodestra è in affanno, pesano frammentazione e, purtroppo, la linea di più opposizioni in ordine sparso; per il resto i centristi della politica dei due forni, altri presunti moderati e riformisti, finiranno divisi a fare da sponda per un sindaco arancione oppure biancorosso, ma difficilmente si alleeranno a destra. Occorre, così stando le cose, il ripristino di una netta opposizione, che è l’unica via per liberare la città dalla mancanza della normale fisiologia democratica di alternanza; sgombrando il campo, nella pubblica opinione, dal sospetto di compromissione e consociativismo; disarticolando tutto ciò che impedisce una fertile e salvifica contrapposizione, con un candidato sindaco antagonista, fuori da ogni neutralismo ideologico, radicalmente contro l’apparato politico-istituzionale di Palazzo San Giacomo e del partito delle tasse su cui si regge. O si rovescia, democraticamente, l’attuale sistema politico cittadino, che ha fatto il suo tempo, oppure si approda all’ultima tappa della metastasi di questa nostra Napoli nobilissima ma sventurata.

*presidente Associazione Culturalsociale “Azimut”