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Riapre Villa Floridiana ma è l’ennesimo flop

Opinionista: 

Ancora una volta, nei giorni scorsi, all'atto della riapertura al pubblico del parco della villa Floridiana al Vomero, abbiamo assistito all'ennesimo flop, riscontrato già l'anno scorso in occasione di ben due inaugurazioni, una per l'apertura di ciascuno dei due cancelli d'ingresso al parco, con tanto di fotografi e telecamere, dopo che il parco era rimasto chiuso per ben sei mesi. Di fatto la montagna ha partorito il più classico dei topolini e, dopo l'ennesima chiusura protrattasi ben oltre i termini fissati dall'ordinanza regionale che aveva sbarrato parchi e giardini, chi si aspetta di trovare il parco borbonico fruibile in tutta la sua antica bellezza è rimasto profondamente deluso. Innanzitutto non si comprendono i motivi per i quali è stato riaperto soltanto l'accesso da via Cimarosa e non anche quello di via Aniello Falcone, i cui cancelli rimangono serrati, con gravi disagi per tutti quei visitatori che abitano nella parte bassa del Vomero. Se il problema, come s'immagina, fosse dovuto alla mancanza di personale per la guardiania, potrebbe essere temporaneamente distaccato del personale, per tenere aperti entrambi gli accessi al parco, così come avveniva prima dell'ultima chiusura. Un problema che attende una soluzione che comporti comunque, a breve, la possibilità da parte dei cittadini di poter accedere al parco tutti i giorni anche da via Aniello Falcone. Passeggiando lungo i viali si osserva l'oramai consueto, da dieci anni a questa parte, tripudio del grigio delle numerose transenne che limitano l'acceso a buona parte dei sette ettari d'estensione del parco borbonico, rispetto al verde delle piante a disposizione. Si comincia dalla scala, posta immediatamente a sinistra dell'accesso da via Cimarosa, dove campeggia, su una grata metallica, un segnale rosso di divieto di circolazione, che impedisce l'ingresso a tutta l'area sopraelevata, dopo si trovano il teatro di verzura e il prato destinato ai giochi dei bambini con le giostrine che furono vandalizzate oltre due anni fa e che fino ad oggi non risulta che siano state ancora ripristinate e restituite alla collettività. Un poco più avanti è stata lasciata, sul viale principale, una panchina sradicata dalla pavimentazione, che andava ripristinata o quantomeno rimossa. Vero è che finalmente è stata eliminata dal prato centrale la ceppaia del pino caduto, che in precedenza si voleva trasformare in una sorta di opera d'arte. In verità non si è mai compreso il motivo per il quale non fosse stata smaltita l'anno scorso, insieme al tronco, nei sei lunghi mesi di chiusura del parco. Resta il dato però che l'aiuola centrale mostra numerose zone prive anche di un solo filo d'erba e che sarebbe stato il caso di procedere almeno a una nuova piantumazione per ripristinare il manto erboso che, allo stato, si presenta a chiazze. Quando alla pulizia, dietro alle numerose transenne che continuano a impedire l'accesso a buona parte del parco. Si osservano ancora tanti alberi e rami da tempo caduti e non ancora rimossi, così come non sono state eliminate le foglie secche oltre ad alcuni cestini per i rifiuti non svuotati. Scendendo lungo lo scalone, nell'area del belvedere, dove si può ammirare uno dei più interessanti panorami della città, area che resta anch'essa ancora parzialmente transennata, l'unica novità è costituita dall'intervento sul tempietto ionico che è stato ripulito e ridipinto. Tra le tante disfunzioni ancora presenti all'atto della riapertura, si rilevava pure la tracimazione dell'acqua dalla fontana con le tartarughe, sempre più numerose e accalcate nei pochi spazi disponibili, oltre ai pesciolini rossi, con la conseguenza che la zona antistante risultava completamente bagnata e scivolosa. Una chiusura dunque protrattasi ben oltre la data del 6 aprile scorso, quando altri parchi erano stati già riaperti al pubblico, che, alla luce di quanto si è potuto osservare alla riapertura, appare del tutto ingiustificata anche in considerazione del fatto che le ordinarie attività di pulizia e di manutenzione potevano essere tranquillamente realizzate nel corso del giorno di chiusura settimanale del parco, evitando di privare ulteriormente i tanti frequentatori dell'unico polmone di verde pubblico a disposizione della zona. Adesso attendiamo di sapere se sono stati finalmente stanziati i fondi annunciati dal ministero della cultura già oltre due anni fa, e in che misura. In caso positivo auspichiamo che sia già in corso la realizzazione dei progetti esecutivi con il relativo cronoprogramma dei lavori, che andranno idoneamente pubblicizzati, anche perché potrebbero comportare altre chiusure. Un ulteriore sacrificio che potrebbe essere richiesto ai tanti fruitori del parco borbonico, con l'auspicio che finalmente, dopo oltre dieci anni di degrado e d'abbandono che, a partire dall'anno 2011, hanno visto chiudere di volta in volta la maggior parte dei viali e delle aiuole, senza che s'intervenisse per tempo, la villa Floridiana possa essere restituita, nella sua interezza, agli antichi splendori, resa fruibile anche nelle ore serali, visto che, tempo addietro, fu dotata di un impianto d'illuminazione lungo i viali, con l'organizzazione di eventi e di spettacoli da svolgersi pure d'estate, principalmente nel museo Duca di Martina e nel teatro di verzura, una volta che sarà stato restaurato. Così come andrà definito l'utilizzo dei numerosi immobili che si trovano all'interno del parco, alcuni dei quali ancora occupati, che potrebbero essere destinati ad attività sociali e a ludoteche.