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Silvio, vent’anni dopo tra processi e assoluzioni

Opinionista: 

tre Moschettieri di Dumas non c’entrano. C’entra un imprenditore milanese che negli anni ‘70 dimostrò ai palazzinari italiani come si realizza un insediamento abitativo ispirato alle teorie di Le Corbusier e costruì Milano2 dove i viali, i piazzali, il verde, il laghetto sono a esclusivo uso pedonale e il sottosuolo è destinato alle auto e ai parcheggi. E lo elogiai su alcuni giornali nazionali come esempio da imitare. Un imprenditore che negli anni ‘80 spezzò il monopolio Rai e diede vita alla televisione commerciale con Canale 5, Italia 1 e Rete 4, confluiti in Mediaset. Un imprenditore che nel marzo 1994 sbalordì il mondo politico italiano ed europeo vincendo le elezioni con il neonato Polo delle Libertà, formato da Forza Italia, Lega Nord e Alleanza Nazionale. La “rivoluzione liberale” promessa dal leader di quella coalizione catturò l’interesse di Lucio Colletti, Piero Melograni, Saverio Vertone, Giorgio Rebuffa, Marcello Pera, Giuliano Ferrara, Alfredo Biondi, Vittorio Dotti, Carlo Scognamiglio, Gianni Baget Bozzo, Giuliano Urbani, Antonio Martino, Giulio Tremonti, Giuseppe Pisanu, Domenico Siniscalco, Renato Ruggiero e moltissime altre personalità della cultura e della politica, che si schierarono dalla sua parte. E che divennero parlamentari e ministri. Una promessa che però non venne mantenuta per l’opposizione dei suoi alleati di governo. Clamoroso e vergognoso il passaggio al Pd del suo vice Marco Follini. A questo punto si capisce che intendo rendere omaggio a Silvio Berlusconi, che, a distanza di vent’anni da quel giorno, è tornato domenica scorsa a parlare alla gente accorsa numerosa in piazza Maggiore di Bologna. Un omaggio che considero doveroso a un uomo che per vent’anni ha dominato la scena politica nazionale e internazionale nonostante gli attacchi spietati, livorosi, astiosi di certi politici, di certi giornalisti, di certi scrittori, di certi cineasti e di certi magistrati. ““Corruttore di giudici” (Antonio Di Pietro), “Amico della mafia che gli ha finanziato le sue imprese” (Marco Travaglio), “Piazzista, magliaro, venditore di merce avariata” (Curzio Maltese), “Un terribile caimano” (Nanni Moretti), “Topo di fogna che ci fa orrore” (Antonio Tabucchi), “Un piccolo Cesare da operetta” (Giorgio Bocca), “Un pataccaro, un imbonitore, un corrotto inadatto a governare una nazione” scriveva Eugenio Scalfari. E il premio Nobel Josè Saramago, il miliardario comunista portoghese, si permise di dare lezioni di comportamento agli italiani scrivendo “Imbecilli gli italiani che sopportano un dittatore peggiore di Hitler e di Mussolini”. Non è stata da meno una certa magistratura che l’ha sottoposto a un processo continuo. Iniziato nel dicembre 1994 con l’accusa di aver corrotto alcuni finanzieri, che fece cadere il suo primo governo e dalla quale venne assolto cinque anni dopo dalla Cassazione “per non aver commesso il fatto”. Un processo proseguito fino all’altro ieri con accuse di corruzione di giudici e di testimoni, di falso in bilancio, di concussione, di prostituzione minorile giudicate prive di fondamenta dai vari tribunali. Con l’eccezione del processo sui diritti tv di Mediaset conclusosi in Cassazione con la condanna a quattro anni di reclusione, ridotti a uno e scontato ai servizi sociali. Condannare per evasione fiscale il maggior contribuente italiano fu una cantonata che la magistratura si doveva risparmiare. E la Corte europea dei diritti dell’uomo lo confermerà. Detto questo, la mia mente vacilla al pensiero di Matteo Salvini, di Luigi Di Maio, di Giorgia Meloni e di altri politici della stessa modestissima caratura contendere Palazzo Chigi a Matteo Renzi. Perciò faccio ammenda delle mie critiche ai suoi governi e mi auguro che Silvio Berlusconi decida di presentarsi come candidato premier di Forza Italia. Ma con uomini della stessa caratura di quelli del ’94. È vero che nel 2018 avrà 83 anni. Ma è anche vero che Konrad Adenauer venne rieletto nel 1967 Cancelliere della Germania a 87anni e lo concluse nel 1971 quando morì all’età di 91 anni. Perciò vedo perché Berlusconi non possa tornare a Palazzo Chigi.