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Suggerimenti molto scandalosi

Opinionista: 

Ibuonisti politicamente corretti e islamofili hanno compiuto un notevole sforzo per dare corpo alla loro fantasia di un islam buono o, almeno, moderato. Si tratta dell’operazione “Non in mio nome”, che avrebbe dovuto portare in piazza i moderati per manifestare il dissenso dei sullodati moderati dalla mattanza dei terroristi. Il tentativo è clamorosamente Fallito ed è risultato addirittura controproducente. Poche centinaia gli intervenuti, sia a Milano sia a Roma. Qui da noi, perfino il quotidiano di regime intitola: “Il flop. Corteo anti- Isis: dove sono i musulmani?” All’opposto un sondaggio rivela che il 20% dei musulmani presenti in Italia (quindi, su più di un milione e mezzo, oltre trecentomila) approva le stragi dei fondamentalisti. Va notato, poi, che a Milano si tenta di barattare la dissociazione dal califfato con la costruzione di nuove moschee. Costruzione che sarebbe (sarà) un gravissimo errore, poiché per i musulmani ove è una moschea ivi è “dar al-islam”. Non più “dar al-harb”, casa della guerra, il territorio in cui si conduce il jihad, e nemmeno “dar al’ahd”, il regno dell’irreligiosità in cui i musulmani possono vivere in pace, ma la terra in cui vige la shari’a. Un luogo, come l’Arabia saudita, ove rischia la morte chi mostra una Croce o una Bibbia. Sulla questione dei musulmani buoni è necessario intendersi: noi siano cristiani e dobbiamo ragionare da cristiani. Dobbiamo, cioè, esecrare il peccato e aver misericordia nei confronti del peccatore. È fin troppo ovvio che fra i musulmani vi siano molte brave persone, capaci di integrarsi e addirittura di convertirsi: sarebbe quindi ingiusto, oltre che sbagliato, nutrire ostilità contro i singoli musulmani sol perché hanno un dio diverso dal nostro. Diverso è il discorso per quanto riguarda il pur variegato mondo islamico. In esso esistono, certo, gruppi sapienziali come i sufi, peraltro perseguitati dagli altri maomettani, e masse di fedeli che del Corano comprendono solo quel che dice loro l’imam, proprio come ci sono masse di cristiani che della Bibbia sanno soltanto quel che ascoltano la domenica a messa (se pure ci vanno). L’Islam, però, non è religione di pace e Maometto passò la sua vita, fra un matrimonio e l’altro, a guerreggiare contro i suoi parenti. Nell’Islam, poi, ci sono una grossa componente fondamentalista e tantissima gente pronta alla jihad. Noi dobbiamo difenderci dal nemico in armi. Passo, quindi, al primo dei suggerimenti scandalosi che ho promesso la settimana scorsa. L’art. 27 della Costituzione, nella sua formulazione originaria, conteneva un quarto comma così formulato: “Non è ammessa la pena di morte, se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra “. La legge costituzionale 2 ottobre 2007, n. 1 ha soppresso le parole «, se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra». Io ritengo che occorra introdurre un nuovo inciso: “, se non per stragi e omicidi connessi ad attività di terrorismo internazionale”. Vestali della Costituzione, per cortesia, non stracciatevi le vesti. La strada che è stata percorsa in discesa può essere ripercorsa in salita e, in ogni caso, si tratta di riforma ben più seria e utile dei giochetti di Petrusiniéllo Renzi con gli articoli concernenti il Senato. In applicazione della nuova norma costituzionale, si dovrebbero formulare con la necessaria oculatezza le norme incriminatrici dei fatti perseguiti con la pena capitale. In via sussidiaria, dovrebbe essere affermato il principio che per tutti i delitti riconducibili ad attività di terrorismo internazionale, commessi all’estero, è obbligatoria l’estradizione anche verso i paesi che applicano la pena di morte. Non è questa la sede per illustrare le giustificazioni teoriche della mia proposta. È sufficiente ricordare che anche la Chiesa per millenni ha giustificato la pena capitale e che nei paesi amici del terrorismo (penso, ad esempio, all’Arabia saudita) tale pena è applicata per vere e proprie bagattelle. Prima di darvi l’arrivederci alla prossima settimana, ho da proporvi un secondo suggerimento scandaloso: l’introduzione del reato d’islamofilia. In un paese, come il nostro, che condanna al carcere chi fa un saluto romano, che persegue opinioni come l’islamofobia, l’omofobia e la negazione dell’olocausto, mi sembra assai ragionevole incriminare non soltanto i favoreggiatori del terrorismo, ma anche i falsi e tendenziosi spacciatori di un inesistente “islam moderato”. Sarei lieto di conoscere la vostra opinione in proposito. Si dispensa dagli insulti.