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Tra limiti e confini dei media contemporanei

Opinionista: 

Come la stampa, come le televisioni, come il web hanno raccontato l’Italia di questi ultimi vent’anni? Quali e quante responsabilità hanno in questa deriva populista che agita la politica italiana? Come hanno saputo indicare e difendere i valori fondanti di una moderna democrazia occidentale a cavallo del nuovo secolo? Si ha chiara la sensazione di un settore ormai stordito, sempre pronto a saltare sul carro del vincitore, ancorato al facile scandalismo, ad ogni e qualsiasi inchiesta giudiziaria, anche quelle sbollite troppo presto senza che nessuno ne fosse realmente informato. Proconsoli e giornalisti d’assalto hanno costruito trasmissioni scontate, coi soliti ospiti giacobini in studio, in diretto collegamento con la piazza urlante, cercando semplicemente un minimo di notorietà, da trasferire sulla vendita dei propri libri o, repentinamente, nelle urne, verso qualche partito confusamente in cerca di un disperato cambiamento. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. E mentre la gente oggi attende incerta i frutti di questa nuova rivoluzione, i talk-show si fanno attenti, guardinghi, perché tutti si rendono conto che i valori veri, quelli tipici di una grande democrazia, sono stati disintegrati e l’Unione Europea, giorno dopo giorno, appare un vestito che non sappiamo più indossare. Nel frattempo, ritornano nei programmi spifferi radical–chic. E così, ecco i talk-show offerti in carta patinata con puntuali collegamenti esterni nei luoghi del grande turismo alla moda. Il comodo salotto della moglie del portiere della Juventus da Forte dei Marmi, la vestale di Fratelli d’Italia dai comodi divani della sua casa di Cortina. Da luoghi dove vivere costa un occhio della testa, signore eleganti discettano sui disperati dell’Aquarius, sulle donne incinte, sui minori senza accompagnamento, con lo stesso tono con cui vanno al mercato la mattina e comprano le ultime, imperdibili, costosissime espadrillas, che non c’entrano sicuramente niente con la fresca solidarietà spagnola. Mentre la gente si guarda stranita e inizia a chiedersi su quali strade si incammini realmente, oggi, la stampa italiana.