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Un demone pedo-porno nelle stanze della Chiesa

Opinionista: 

Mai tanta “palpabile apprensione”, come in questi giorni, sta attraversando gli ambienti ecclesiastici lungo l’asse Napoli-Pozzuoli, da largo Donnaregina alla diocesi flegrea, passando per quartieri “bene” nel centro di Napoli e per una delle periferie più popolari: quella di Ponticelli che, se una volta Francesco Saverio Nitti definì parte della corona di spine intorno alla grande città, ora è una dolorosissima spina nella testa del cardinale Sepe. Festini gay a luci rosse con sacerdoti- omo, pratiche di “sesso deviato” come mai si sarebbe immaginato. Tutto è andato avanti sotto traccia nel silenzio tombale di chi sapeva, ma non aveva il coraggio di parlare. Tutto è poi esploso come una deflagrazione. Come dire: Sodoma e Gomorra tutto insieme (di Gomorra, sia pure con un particolare significato, aveva parlato Roberto Saviano traendone grandi vantaggi con i diritti d’autore; mancava Sodoma per completare un quadro biblico di profonda inquietudine da cui, ovviamente, nessuno può trarre vantaggi perché non ci sono diritti d’autore!). *** UNA CHIESA DEL SEICENTO. Santa Maria degli Angeli ha una facciata monumentale. Ora, fedeli e non, le passano davanti e si fanno il segno della croce, oppure biascicano mormorii a denti stretti. Voci considerate “malevoli” giravano da tempo, ma nessuno osava pensare che “vox populi” potesse essere “vox Dei”. Tutti tendenzialmente schierati nel dire “vade retro Satana”. Poi, evidentemente molto risentito, il diavolo ci ha voluto mettere, visibilmente, la coda. Un giovane di 28 anni, Paolo, diventa la gola profonda e apriti cielo! Gli incontri a pagamento con alcuni ventenni, in un appartamento del centro, non sono più un mistero. Il velo del peccato si squarcia in pieno. *** DA NAPOLI A POZZUOLI. Qui approdò San Paolo nel suo viaggio da Damasco al capoluogo partenopeo. Si ricostruisce l’iter di una vocazione “malata”. Un aspirante seminarista non nasconde il suo morboso attaccamento a un monsignore della Curia. Viene subito allontanato. Lui però non desiste e continua a mescolare, dentro di sé, sacro e profano. Bussa alla porta di un Ordine forse più tollerante, quello dei Vincenziani, e “sosta” per 4 anni presso la facoltà di Teologia, nella luminosa sede di Posillipo. Ulteriore tappa a Pompei dove le suppliche sono sempre ben accolte ( di doni “ex voto” sono state ricolme per molti anni prima di un clamoroso furto rimasto impunito, tutte le pareti dei lunghi corridoi del santuario). Il percorso di questa “irresistibile vocazione”, nata nel quartiere “rosso” di Ponticelli, si conclude a Pozzuoli. Ora la “patata bollente” è nelle mani del vescovo Gennaro Pascarella e del vicario Paolo Auricchio. *** PRIMI PROVVEDIMENTI. A Pizzofalcone il cardinale Sepe e l’ausiliare Lemmo sospendono il sacerdote Mario D’Orlando parroco da 6 anni, passando le funzioni religiose al decano Giuseppe Carmelo. L’indagine condotta è rigorosamente secretata (disponibili anche gli screenshot delle chat su facebook: voci che vengono direttamente dall’inferno?). Così anche nella diocesi flegrea dove c’è da tempo un dossier scottante, ma che adesso viene aperto “senza riguardi per nessuno”. La Chiesa non può né blindare né nascondere la verità. Decisivo un coraggioso dossier pervenuto da Benevento (pensiamo: la città delle streghe!), dove l’associazione Meter è da 25 anni attiva contro la pedo-pornografia, guidata da don Fortunato Di Noto che vive sotto scorta. *** INTERROGATIVI INQUIETANTI. Il “confessionale” della Chiesa non può avere porte e finestre sigillate. L’intera società, cattolici e laici, chiede di sapere quanti sono i siti porno utilizzati da preti e giovani per incontri di sesso a pagamento; da “Reverendis” a “Venerabilis” chi soccorre i “cuori solitari” molti o pochi che siano? coinvolti solo adulti consenzienti o anche minori soggiogati? quanto è vasta l’area della perversione? e le famiglie di quali complicità si sono caricate? La Chiesa della Campania non è un corpo separato dal contesto nazionale che vede 3500 denunce di pedofilia tra religiosi in 10 anni, e 117 di loro condannati in via definitiva. Vale il coraggioso vissuto di Samuele Ciambriello: «Meglio un sacerdote in meno che un infelice, meglio togliersi l’abito fin che si è in tempo…». *** TRIBUNALI AL LAVORO. Una sinergia, sì, ma secondo Cavour del “libera Chiesa in libero Stato”. Tutta la delicata materia è ora nelle mani di monsignor Erasmo Napolitano, vicario giudiziale ecclesiastico, e dei magistrati Luigi Frunzio e Clelia Mancuso. Auspicabile che le “due giustizie” siano più rapide, lavorando insieme sia pure su piani distinti, rispetto ai tempi insopportabilmente lunghi che i due tribunali, separatamente, si ostinano ad avere. *** LO CHIEDE SAN GENNARO. Quando Paolo VI lo ridusse a santo locale e poi regionale, i fedeli si recarono in Duomo con lo striscione “San Genna’, futtatenne”. Ora non può essere così. Il demone pedo-porno colpisce al cuore le sue “due Chiese”: quella di Napoli dove è patrono e quella di Pozzuoli dove è stato decapitato. Le sacre scritture dicono che “oportet ut scandala eveniant (è necessario che gli scandali scoppino). Ma anche per San Gennaro, come diceva Totò, ogni limite ha la sua pazienza!