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Verso una nuova Europa federale

Opinionista: 

Il fatto che il Regno Unito abbia deciso di lasciarsi alle spalle l’Europa dell’arroganza, dell’accentramento delle decisioni e degli incapaci che ci hanno ridotto ad ascari dei Paesi Terzi, ha spaventato le caterve di burocrati, falsi talentosi, bancari falliti, allievi delle Società di Revisione e Controllo anglosassoni che hanno progettato le strategie che hanno tarlato il mondo. Non si sa perché questa pletora di nullafacenti distaccati alla politica, alla Finanza, agli Organi di Controllo ed alle Istituzioni, non voglia prendere atto del fatto che la propria demagogia sulla democrazia e sulla volontà del Popolo sovrano vale anche quando quel popolo (che loro hanno eletto a retorico arbitro delle cose dell’Ecumene), ha deciso, sulla base della tragica esperienza fatta in questi anni, che la misura è tracimante e che non se ne può più di despoti, incapaci ed imbelli. L’Europa da un ventennio ha cominciato quel processo di distacco dalla parte gratificante (molta) della propria storia ed ha dimenticato le proprie tradizioni. L’Italia è stata costretta, sull’onda della vulgata favorevole alla mondializzazione, a rinunciare nella produzione industriale, nell’accoglienza alberghiera, nella culinaria, nel turismo (vedi, tragico, il “Caso Pompei”), nella cultura, nell’accademia, all’eccellenza che sempre, dagli Italioti agli Etruschi, ha caratterizzato la nostra terra. Ogni suo cittadino, dall’entrata nella propria vita dell’euro, ha visto il proprio tenore di vita decadere irrimediabilmente. I nuovi arrivati che governano quello che è rimasto dello Stivale, non sono più onesti dei vari Craxi, Andreotti, Nenni, Berlinguer ed Almirante che hanno fatto la Patria nuova e l’hanno amministrata o vissuta prima che pochi magistrati, tra cui qualche conclamato analfabeta, smantellassero la Repubblica; peraltro prima che fosse pronto un nuovo Sistema che si basasse sul molto di buono cha aveva in sé la Nazione. I nuovi arrivati, dicevamo, sono soltanto meno esperti, navigati, simpatici ed intelligenti. Ora la Gran Bretagna, che non ha mai perso una guerra, sta dando una lezione alla Francia che le ha perse tutte da Napoleone ad oggi, ed alla Germania che ne ha vinte alcune ma si è sempre resa invisa ai popoli vinti od alleati per la supponenza dei suoi comportamenti. Viva la Gran Bretagna, dunque; che sia guida ed esempio per una nuova Europa federale in cui siano vincenti qualità, tradizioni cristiane, eccellenza e l’orgoglio di appartenenza.

carloni.f4@libero.it