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Il caso
11 Maggio 2020 - 09:21
Osa criticare Conte e Di Maio sul (mancato) distanziamento sociale e Facebook lo censura per incitamento all’odio.
Sembra una pagina di “1984” di Orwell e invece è quanto capitato al giornalista napoletano Luca Marfé, firma del Mattino e di Vanity Fair, operativo peraltro sul fronte Esteri e reportage.
La scena è quella della sua pagina personale, le poche righe che hanno fatto scattare l’allarme rosso in casa Zuckerberg sono queste:
“Il distanziamento sociale, il divieto di assembramenti, le autocertificazioni, i congiunti, le multe, due mesi di “sessantena”, due coglioni così.
E poi ci sono loro, #Conte e #DiMaio, che sembrano guardarci dall’alto della loro onnipotenza, dal di sopra della legge e dei decreti, come a volerci dire, così, un po’ a turno:
«Ma io so’ io…e voi non siete un cazzo!»
E ancora, su #SilviaRomano.
Felicissimo che sia tornata a casa.
Ora però risparmiateci la morale dei soliti #italiani che non solo si mettono nei guai, ma che al rientro vorrebbero pure invadere giornali e televisioni per spiegare a noi come dovremmo vivere le nostre vite.
Si prenda una bella vacanza.
Si goda l’Islam e la sua famiglia.”
Non mancano le stoccate, certo. Né la punta di provocazione, come del resto è nel suo stile, in grado di calamitare attenzioni e consensi al di fuori della sfera del politicamente corretto.
Nessunissima traccia però, oggettivamente, sul fronte odio.
Che sembra diventata oramai una scusa per silenziare qualsiasi opinione non allineata a un certo pensiero che pare quasi qualcuno voglia imporre.
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