
"CAMUS 2020. Note di lavoro"
di Redazione
Mer 06 Luglio 2022 08:41
Venerdì 8 luglio, al Teatro Dumas - Institut Français di Napoli andrà in scena “CAMUS 2020. Note di lavoro”, melologo in tre quadri, con Andrea Renzi (performer | voce recitante), testo e regia di Rosario Diana, musiche originali di Rosalba Quindici, eseguite in scena da Ruben Mattia Santorsa (chitarra classica). Lo spettacolo sarà preceduto da una introduzione di Fiorinda Li Vigni (segretario generale dell’Itituto italiano per gli studi filosofici).
“La poetica visionaria e filosofica di Albert Camus, la sua indagine sull’assurdo e il suo pensiero sospeso tra ciò che si desidera e l’indifferenza della natura sono la matrice del progetto concepito da Rosario Diana “CAMUS 2020. Note di lavoro”, terzo capitolo di una corposa ricerca che vuole approfondire il tema filosofico del riconoscimento e che si apre alla riflessione umanistica intrecciata ai linguaggi delle arti sceniche. Dopo il primo capitolo dedicato al “Paradiso perduto” di John Milton con l’attrice Valentina Acca e l’analisi delle “Diramazioni da Hegel” con l’attore-regista Lino Musella, la trilogia intitolata “Scene del riconoscimento” si compie con Andrea Renzi, performer del melologo in tre quadri – per altrettante voci – in cui l’universo di Camus emerge in ogni suo fondamento” (tratto dal comunicato stampa).
Per l’occasione abbiamo posto alcune domande ad Andrea Renzi (nella foto).
Negli ultimi anni Albert Camus è stato spesso citato insieme al suo romanzo “La peste”; ciò in relazione alla pandemia causata dal COVID 19. Albert Camus è, però, autore di tant’altro: romanzi, saggi, opere teatrali... Quale è il Suo rapporto con la vasta e complessa produzione di Camus?
AR: - “Confesso di non essere un assiduo frequentatore dei testi di Camus. Mi fu regalato, molti anni fa, il mito di Sisifo e mi lasciò un'impressione profonda, un senso necessario di ricerca continua e incessante. Durante la pandemia ho preso parte al film di Francesco Patierno "La Peste" e l'impatto con la scrittura di Camus riattraversata e condivisa con il regista e gli altri attori è stato molto coinvolgente. Mi sembra, per quel che vale il mio parere, un pensatore "controcorrente" rispetto all'atteggiamento più superficiale di questi anni, uno scrittore di profondità. E in questo senso lo trovo un confronto fertile”.
“CAMUS 2020. Note di lavoro” che Lei interpreterà, sarà caratterizzato da “tre voci”, per tre diversi testi dello scrittore francese; tra questi ci sarà anche un Suo passaggio in prima persona nel raccontare il Suo mestiere di attore in rapporto con le idee di Camus. Come ha studiato e gestito la parte interpretativa/recitativa del melologo suddiviso in tre quadri?
AR: - “Non ho ancora risposte definitive sull'interpretazione, forse ci saranno a fine percorso, ma quello che posso dire, a livello di intenzioni, è che il testo mi suggerisce un " prisma " di pensieri, una coscienza che si declina in modi diversi e complessi. Un dialogo interiore che pone domande e affronta la grande questione dell'assurdo in maniera diretta e frontale. Credo sia mio compito, come attore, trasmettere questo desiderio di interrogarsi mettendo in luce che nessuno di noi ha un'identità unica e monolitica”.
Con Lei, sul testo e regia di Rosario Diana, in scena, anche le musiche originali di Rosalba Quindici eseguite, alla chitarra classica, da Ruben Mattia Santorsa; come reputa e sente artisticamente l’unione di più e diverse forme d’arte quali la letteratura, la recitazione e la musica?
AR: - “È una pratica cui sono affezionato che bilancia il senso che proviene dal testo, con il mistero che proviene dalla musica. È un incontro che può arricchire le due discipline in cui si crea un gioco di vasi comunicanti”.
Viviamo un’epoca caratterizzata da un’accelerazione e da una fruizione prevalentemente “liquida” e fugace. Quale è, per Lei, il ruolo che il teatro assume in un tale contesto?
AR: - “Credo che il teatro e più in generale tutta lo spettacolo dal vivo possano costituire un argine alla "digitalizzazione" dei legami. I teatri sono luoghi di difesa dell'umano e delle relazioni vitali. E il pubblico, che dopo la pandemia, ha risposto con generosa partecipazione sembra averlo percepito molto bene”.
“CAMUS 2020. Note di lavoro” è il risultato della cooperazione fra Ispf-Cnr (Istituto per la storia del pensiero filosofico e scientifico moderno del Cnr), Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Institut Français de Naples, Accademia di Belle Arti di Napoli, Associazione culturale Quidra (Saperi umanistici e linguaggi delle arti), Sparrt (Progetto/Spazio Arti & Ricerca), Associazione culturale “Il Canto di Virgilio” (Domus Ars).
MS