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TURISMO

“Modello Pompei” per promuovere il turismo culturale nel Mediterraneo

Il “modello” Pompei prescelto per valorizzare il patrimonio culturale ed archeologico dei Paesi Mediterranei e candidare la rete dei Parchi di queste aree presso l’Unesco come strumento di promozione del turismo culturale nel Mediterraneo. E’ questo l’obiettivo di un progetto internazionale presentato alla Bmta di Paestum che porta la firma del Centro universitario europeo per i Beni culturali di Ravello, di cui è presidente Alfonso Andria, del ministero della Cultura italiano, dell’Icomos e dell’Università di Rabat in Marocco. 

“Il progetto -ha spiegato Maurizio di Stefano, presidente emerito Icomos- è finalizzato a promuovere le identità culturali dei Paesi del Mediterraneo attraverso l’archeologia come sintesi dello stile di vita. L’Italia ha proposto l’area archeologica di Pompei comemodello di gestione in rappresentanza dell’Europa del Sud.Marocco, Giordania e Tunisia proporranno i loro modelli in modo da costituire una rete archeologica nel bacino Mediterraneo”. La scelta di Pompei è stata determinata anche dalla buona spesa delle risorse del Grande Progetto Pompei che ha previsto programmi di interventi conservativi, di prevenzione dei rischi idrogeologici, manutenzione, restauro e l’applicazione di strumenti tecnologici, esempio unico di innovazione in Italia, per il controllo della protezione degli edifici dalle intemperie.

Già negli anni '40 lo storico Fernand Braudel identificava il "mondo-mediterraneo" come una realtà non omogenea e plurale in cui popoli diversi interagiscono e si trasformano continuamente. “È su questa pluralità che il progetto presentato alla Bmta vuole dare ai patrimoni mediterranei una possibilità nel contesto delle nuove sfide globali, ha confermato Lazare Elondou, direttore del Centro del Patrimonio mondiale dell’Unesco”. 

“Il progetto riprende una strategia già proposta da Icomos Italia di intervento sul Mediterraneo che si basa sui principi dell’Unescointegrato dagli obiettivi dell’Agenda 2030. Il progetto adopera la cultura dei siti archeologici per costruire il futuro dei siti stessi”, ha rilevato Di Stefano. “Il patrimonio archeologico della regione Mediterraneo è un'opportunità per sintetizzare i valori identitari e costituire occasione di sviluppo e interculturalità rappresentata da valori storici e antropologici e da nuovi approcci alla conoscenza e alla consapevolezza condividendo l'articolazione strategica del Piano, nei suoi temi centrali, sintetizzandoli in tre macro aree:  definizione di siti e modelli gestionali del patrimonio archeologico; individuazione di percorsi storicamente significativi; potenziamento delle capacità istituzionali e cooperazione interistituzionale e internazionale. 

Il progetto avrà una durata di 36 mesi e partirà con tre Paesi dell'Africa mediterranea: Marocco, Tunisia e Giordania. Successivamente, la “rete dei parchi archeologici del Mediterraneo” includerà altri paesi (Libano, Libia, Algeria ed Egitto, ha aggiunto Andria.

 

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