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Agroalimentare
25 Luglio 2025 - 12:40
Si è tenuta lunedì 21 luglio l’attesa edizione 2025 di Aspettando il mio San Marzano, evento annuale organizzato da Solania Srl che celebra l’oro rosso dell’Agro Sarnese-Nocerino nel primo giorno ufficiale di lavorazione del pomodoro San Marzano DOP.
Un appuntamento che, anche quest’anno, ha saputo coniugare territorio, innovazione e alta gastronomia, e che ha visto la partecipazione di chef, pizzaioli, operatori del settore ho.re.ca e rappresentanti istituzionali, italiani e internazionali.
Al centro della serata, la presentazione ufficiale del San Marzano Village, un progetto ambizioso che prenderà forma nei prossimi mesi e che ospiterà la San Marzano Academy, cuore pulsante dell’iniziativa. «L’Academy nasce per formare pizzaioli e chef sul corretto utilizzo del San Marzano, ma anche per aiutarli a riconoscere il valore di una filiera reale, controllata e trasparente» ha spiegato Giuseppe Napoletano, amministratore unico di Solania, che ha annunciato anche un raccolto 2025 già promettente per qualità e resa.
Nel pomeriggio, gli operatori hanno potuto visitare lo stabilimento Solania e scegliere il proprio campo di produzione, in un’ottica di totale trasparenza. La sera, tra show cooking e degustazioni, protagonisti sono stati gli chef e i pizzaioli partner di Solania: da Paolo Gramaglia, 1 Stella Michelin, a Raffaele Bonetta, da Antonio Peluso a Cristian Oliviero, passando per Francesco Del Prete, Marco Iavazzo, Domenico Savio Pezzella e molti altri.
Non è mancato il supporto delle istituzioni. Franco Picarone, presidente della Commissione Bilancio della Regione Campania, ha sottolineato come la qualità resti l’arma vincente, anche in un contesto segnato da dazi e incertezze globali. Su questa linea anche Tommaso Romano, presidente del Consorzio del San Marzano DOP, che ha evidenziato il valore della tutela normativa e dei controlli sulla filiera. E infine, Paolo De Maio, sindaco di Nocera Inferiore, ha ricordato come questo pomodoro rappresenti non solo un’eccellenza agroalimentare, ma un esempio concreto di innovazione commerciale per tutto il territorio.
Luciano Pignataro ha ribadito il ruolo centrale della tecnologia nella trasformazione del prodotto, accanto alla terra e al lavoro agricolo, «che non si potranno mai cambiare».
Il San Marzano è stato celebrato nelle sue mille sfaccettature: in purezza, sulla pizza, nei primi piatti o accostato al baccalà e al raviolo caprese. Per Gramaglia, «è l’Umami italiano, capace di emozionare anche crudo, appena colto». Per Del Prete, un ponte ideale con la cucina di tradizione. E per Pezzella, un legame indissolubile con la terra e con la memoria familiare.
Forte la presenza internazionale, testimoniata da professionisti come Mariano De Giacomi, da Melbourne, e Giuseppe Errichiello, da Tokyo, che raccontano come il San Marzano sia diventato simbolo di autenticità e formazione anche fuori dall’Italia: «A Tokyo organizziamo corsi mensili per spiegare ai giapponesi come usarlo, da come cresce alla trasformazione in cucina».
Il San Marzano non è solo un ingrediente: è cultura, è formazione, è racconto. E da oggi, con il San Marzano Village, diventa anche un luogo da vivere, studiare, tramandare.
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