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L'evento

Castel Capuano, il Concerto di Natale diventa un messaggio di pace

Il presidente del Tribunale ringrazia il Conservatorio San Pietro a Majella

Non è stato un semplice Concerto di Natale. Quello andato in scena a Castel Capuano è stato un atto pubblico, culturale e civile, che ha scelto di usare la musica per dire no alla guerra e sì alla pace, nel solco dell’appello lanciato più volte dall’Arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, contro i conflitti che continuano a insanguinare il mondo.

Con il titolo “L’Italia ripudia la guerra”, la Fondazione Castel Capuano ha voluto dare un significato preciso all’appuntamento natalizio, trasformandolo in un messaggio esplicito di fraternità tra i popoli e di ritorno alla normalità, affidato al linguaggio universale della musica. Una scelta forte, ospitata in uno dei luoghi più simbolici della città, sede storica della giustizia, che per una sera si è aperta alla cultura e alla riflessione collettiva.

Protagonisti del concerto sono stati gli allievi del Conservatorio di Musica San Pietro a Majella e il Castelcapuano Libera Ensemble, impegnati in un percorso che ha intrecciato canto, musica strumentale e narrazione. Un lavoro corale di grande qualità, accolto con attenzione e partecipazione dal pubblico e riconosciuto anche sul piano istituzionale.

Nel corso della serata, il presidente del Tribunale ha voluto ringraziare pubblicamente il Conservatorio San Pietro a Majella, citando e nominando espressamente il presidente Carla Ciccarelli e il direttore Gaetano Panariello, per il contributo artistico e simbolico offerto a un’iniziativa capace di parlare alla città con un linguaggio chiaro e condiviso.

“Abbiamo sentito la responsabilità di esserci”, ha detto Carla Ceccarelli. “La musica non è un esercizio astratto, ma un linguaggio che vive dentro il tempo che attraversiamo. Portare i nostri studenti a Castel Capuano significa educarli all’ascolto, al rispetto, alla consapevolezza che l’arte può farsi strumento di pace”.

Sulla stessa linea il direttore Gaetano Panariello. “I giovani musicisti hanno dimostrato che la cultura non è neutrale. In un momento storico segnato dalla guerra, la musica può e deve prendere posizione. Questa serata ha mostrato come l’arte sappia farsi voce civile, senza retorica”.

L’applauso finale, lungo e convinto, ha chiuso un concerto che ha superato i confini della celebrazione natalizia, restituendo a Castel Capuano il ruolo di spazio vivo della città. Un luogo in cui, almeno per una sera, la giustizia ha incontrato la musica e la musica ha scelto di parlare di pace.

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