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Red Carpet
04 Giugno 2025 - 09:17
POMPEI. C'erano tutti ieri sera: i protagonisti e i fan del primo Festival Internazionale del Cinema Pompei. E si sentiva frizzante l'atmosfera dell'attesa inaugurazione della kermesse che, tra dibattiti, incontri di formazione e proiezioni di film inediti, celebrerà le identità culturali. Sul palco, il direttore artistico del Festival, il regista Enrico Vanzina e la presidente Annarita Borelli, sono stati disinvolti e familiari presentando la serata, che ha visto in sala anche, Marco, figlio di Dino Risi, oltre che il sindaco di Torre Annunziata, Corrado Cuccurullo, e l'assessore Alfonso Ascione.
Primo film fuori gara "Stabat Mater". Sul palco del Nexus al Maximall Pompei, di Torre Annunziata, dove si svolgerà la settimana dedicata al cinema che quello che "fa pensare", l'intero cast della pellicola proiettata per dare avvio all'evento.
Abiti eleganti, che le donne hanno scelto soprattutto da atelier napoletani (Saman Loira, Invito, Pierangeli che vestirà Annarita Borelli durante l'intera kermesse... ieri sera era interamente tempestata di cristalli swarovsky). Gara di zeppe e tacchi vertiginosi nelle più fantasiose forme e fatture, dalle quali nemmeno gli uomini sono riusciti a sottrarsi. E le collane le portano solo "i signori" della festa.
Dopo la festa di ieri, però, parte questa mattina "il meglio" del Festival. Porte del Nexus aperto agli studenti, ai giovani ma anche a chiunque ama la "settima arte" e vuol conoscere tutto: dal linguaggio ai costumi, da come influenza l'economia e - soprattutto - la cultura dei popoli.
"Il cinema è memoria, radici, diversità" è stato sottolineato nella "sigla iniziale" e «Tutelare l'identità culturale è l'unica forma di eternità - ha ribadito Annarita Borelli - La cultura non è un lusso per pochi". Poi è stata proiettatala famosissima scena di Alberto Sordi in "Un americano a Roma", quando sfida il piatto di spaghetti tentando di mangiare all'americana. Ma finisce per cedere al gusto-cultura italiana, sputando il cibo d'oltreoceano, e divorando il piatto di "macaroni: tu mi hai provocato e io ti distruggo". Vanzina ha quindi spiegato come in quel film «mio padre (il regista Steno, Stefano Vanzina, ndr) inserì la nostra italianità. Possiamo fingere di essere diversi, come ci siamo creduti americani nel dopoguerra... ma noi siamo questo qui».
«L'identità culturale - ha sottolineato il regista - è il contrario di quello che gli stolti pensano, cioè di difenderla costruendo muri. In questo Festival rappresentiamo le culture degli altri. Tutte le culture vanno difese dalla globalizzazione che tende a omologare e a distruggere le diversità e le identità dalle quali un po' apprendiamo e un po' restituiamo. Con questo Festival cerchiamo di portare all'attenzione dell'opinione pubblica anche film difficili. Io che ho fatto film popolari so quanto i due generi, quello popolare e quello d'autore, insieme vanno a braccetto perché il Cinema è racconto e per mettere insieme questo Festival siamo andati in giro per il mondo per celebrare qui qualcosa di bello».
Applaudito il primo film fuori concorso. Oggi si continua.
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