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18 Agosto 2022 - 10:58
NAPOLI. Uno stratagemma brillante che ha aperto le indagini. La compagna del commerciante sotto scacco degli estorsori del nuovo clan Lo Russo di Miano telefonò ai carabinieri fingendosi un’altra persona, ma fornendo indicazioni precise sul luogo in cui avrebbe incontrato gli emissari della camorra che avevano chiesto il “pizzo” al suo uomo. Dando così agli investigatori la possibilità di appostarsi e avere la conferma che era tutto vero.
Infatti il 25 luglio scorso sono scattati 8 fermi per altrettanti indagati, tra cui i ras Giovanni Perfetto e Salvatore Di Vaio. La donna a inizio mese chiamò la compagnia dei carabinieri Vomero e disse di chiamarsi Maria Esposito (nome e cognome tra i più comuni a Napoli), aggiungendo che i commercianti di Piscinola e Chiaiano non ce la facevano più a sopportare le richieste di “pizzo”. Il 5 luglio richiamò i militari, riferendo che una sua amica in particolare era finito sotto estorsione e si sarebbe incontrata in un bar di Piscinola con 2 uomini: “Cesare” e “Totore ’o cavallo” (poi identificati in Cesare Duro e Salvatore Di Vaio).
A quel punto la traccia era precisa e il 7 dello stesso mese il distributore all’ingresso di pane e la finta Maria (questa volta con il vero nome e cognome) erano davanti a un ufficiale dell’Arma per sporgere denuncia. “Teniamo troppi carcerati da mantenere. La quota è aumentata”. Il “pizzo” era l’attività illecita principale del neonato gruppo Perfetto-Di Vaio, che aveva colmato il vuoto di potere camorristico nel quartiere dopo le diverse operazioni di polizia e carabinieri contro i Balzano di “abbasc Miano” e i Cifrone di “ncopp Miano”.
Sempre con un blitz congiunto gli investigatori hanno eseguito gli 8 fermi emessi dalla Dda per estorsione aggravata dal metodo mafioso, poi convalidati dal gip. Nel mirino era finito un distributore di pane che lavora in tutta la zona, costretto da tempo a versare prima 3mila e poi 5mila euro al mese.
Fino a quando lui e la compagna si sono ribellati, recandosi alla compagnia dei carabinieri del Vomero. Nel frattempo il nuovo clan era già monitorato dai poliziotti dell’ottava sezione della Squadra mobile della questura e dai colleghi della squadra giudiziaria del commissariato Scampia e così la procura antimafia ha potuto mettere insieme i pezzi del puzzle.
Le manette (ferma restando la presunzione d’innocenza degli indagati fino all’eventuale condanna definitiva) sono scattate per Salvatore Di Vaio detto “Totore “o’ cavallo”, 47 anni; Cesare Duro, 21; Alessandro Festa, 24; Cosimo Napoleone, 33; Vincenzo Pagliaro, 20; Fabio Pecoraro, 26; Giovanni Perfetto “’o mostr”, 59, e Raffaele Petriccione detto “Rafele ’o pazz”, 25enne. Alcuni provengono dagli ex Lo Russo, come Di Vaio e Perfetto (fratello del detenuto Raffaele detto “musse ’e scign’”); altri sono nuove leve della criminalità organizzata.
“Da oggi in poi qua comandiamo noi” e per stare tranquillo, un noto panettiere titolare di vari negozi tra Napoli e provincia è stato costretto a consegnare, a fine mese, 3000 euro «quale tassa (mensile, ndr)” sui suoi guadagni “per contribuire alle “mesate” per le mogli dei carcerati”.
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