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18 Giugno 2024 - 08:19
Von der Leyen verso il bis, il premier polacco e il cancelliere tedesco: abbiamo i numeri anche senza FdI
ROMA. Si tratta per portare rapidamente Ursula von der Leyen verso il bis alla guida della Commissione europea. Popolari, socialisti e liberali hanno i numeri per confermarla e hanno intenzione di farlo «anche senza Meloni», avverte il primo ministro polacco Donald Tusk.
SCHOLZ CONTRO GIORGIA. Parole confermate al vertice informale dei capi di Stato e di governo a Bruxelles ieri sera anche dal cancelliere socialista tedesco Olaf Scholz, secondo cui «l’obiettivo è raggiungere rapidamente una soluzione costruttiva in Parlamento». «Quello che deve essere chiaro ribadisce è che il Parlamento non deve sostenere una presidenza della Commissione che si basa su partiti di destra e populisti di destra. C’è una maggioranza stabile delle piattaforme politiche che finora hanno collaborato a stretto contatto in Parlamento». Insomma, gli esponenti della vecchia Europa uscita sconfitta dalle urne, provano a conservare gli stessi equilibri come se nulla fosse cambiato. Come se i cittadini europei non si fossero espressi chiaramente a favore delle destre.
TAJANI: APRIRE AI CONSERVATORI. Ma per il ministro Antonio Tajani, vicepresidente del Ppe e leader di Fi, «non si possono chiudere le porte ai Conservatori perché una realtà così variegata come il Parlamento europeo non può chiudersi in una maggioranza a tre, bisogna mantenere il dialogo». A differenza di cinque anni fa, questa volta ci sono anche i Verdi che vorrebbero entrare in maggioranza.
LO SCONTRO SUI VERDI. Un’ipotesi caldeggiata dai socialisti ma non da una larga fetta del Ppe. «Non possiamo fare concessioni ai Verdi, perché abbiamo bisogno di una politica europea nella lotta contro il cambiamento climatico che non sia una politica fondamentalista», rimarca Tajani. Il titolare della Farnesina auspica per l’Italia «un vicepresidente e un portafoglio di grande importanza».
VERTICE MELONI-ORBAN. La presidente del Consiglio italiana ieri ha incontrato l’ungherese Viktor Orban e il presidente del Consiglio Ue Charls Michel, mentre ad agitare le ore precedenti al vertice ci sono stati i casi del report sui media italiani che von der Leyen avrebbe “insabbiato” e quello sulle immagini dei giovani di FdI tra saluti romani e inni al duce.
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