Il 20 luglio si è tenuta presso la procura distrettuale di Manhattan (New York) la cerimonia di restituzione all’Italia di 142 reperti archeologici di grande rilevanza. Oggetto di traffici illegali, le opere sono state recuperate dalle autorità giudiziarie americane in collaborazione con il Comando Tutela  Patrimonio Culturale dei  Carabinieri.

È la seconda operazione significativa di restituzione di beni appartenenti al patrimonio artistico italiano in poco più di sei mesi e conferma l’eccellente e consolidato livello di collaborazione tra le autorità giudiziarie di Stati Uniti e Italia. Nel mese di dicembre erano state restituite al nostro paese oltre 200 opere di grande valore.

I beni recuperati, che risalgono a un arco temporale che va dal 2500 A.C. al VI secolo D.C.., sono stati formalmente riconsegnati da Meg Reiss, chief assistant del Manhattan District Attorney’s Office, al Console italiano Fabrizio Di Michele in presenza del Generale di Brigata del Comando Tutela Patrimonio Culturale Roberto Riccardi.

“È una grossa soddisfazione riportare a casa centinaia di pezzi che hanno un valore teoretico sul mercato, trattandosi di un mercato illegale, di milioni di euro,” spiega a Il Roma il console Di Michele. “Parliamo di pezzi di epoca romana, pre-romana e antichi fino a 4500 anni in questo caso. Credo che la soddisfazione maggiore sia poter dire agli americani che ci hanno aiutato tantissimo nel recupero di questi beni che, tornando in Italia, i reperti saranno fruibili ed accessibili al pubblico.” Il console ha evidenziato l’apertura del nuovo Museo di Arte Salvata da parte del nostro Ministero della Cultura a Roma, dove “attualmente c’è un’esibizione di una parte degli artefatti e dei reperti archeologici che gli Stati Uniti ci hanno restituito qualche mese fa”.

“Negli anni si è sviluppata una sensibilità molto più marcata, che anni fa non esisteva, anche tra musei, case d’asta e persino qualche collezionista: ormai è impossibile resistere alla pressione quando i nostri carabinieri portano le prove delle origini illegali di certi reperti,” aggiunge Di Michele.

“Il ritorno degli oggetti è uno dei momenti più belli, sia quando ci restituiscono opere che appartengono al patrimonio italiano, sia nel caso in cui è l”Italia a restituirli ad altri paesi,” dice a Il Roma il Generale di brigata Roberto Riccardi. “È il momento in cui beni preziosi che erano stati portati via tornano a casa: un recupero di identità culturale e di legalità, elementi alla base della nostra convivenza civile e del nostro progresso. E il bello deve ancora venire,” ha aggiunto il generale, che sta lavorando da anni su alcuni importanti progetti di recupero che daranno i loro frutti a breve tempo.