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26 Giugno 2019 - 15:29
"E' insostenibile l'ipotesi di una morte per Sudep ('Sudden Unexpected Death in Epilepsy', ovvero morte improvvisa e inattesa di soggetti che soffrono di epilessia) di Stefano Cucchi. Inoltre non è plausibile una morte da inanizione. Escludo che quest'ultima possa uccidere in cinque giorni". A dirlo il neurologo Alessandro Rossi, consulente della famiglia di Stefano Cucchi, nel corso dell'udienza al processo in corte d'assise. Il consulente spiegando i fattori di rischio nei pazienti che possono sviluppare la tendenza alla Sudep, ha sottolineato che "nessuno dei pazienti rientra nelle condizioni di Stefano Cucchi. L'ipotesi della Sudep per Stefano si basa quindi solo su opinioni".
"Per otto anni Cucchi, affetto da epilessia, non ha avuto crisi epilettiche, se non in un periodo in cui si sospetta la scarsa aderenza alla terapia. La Sudep può avvenire a distanza di un giorno circa da una crisi tonico clonica che però non è stata descritta durante il periodo di detenzione di Stefano", ha spiegato ancora. "La Sudep può essere ipotizzata solo quando non è associata ad altre cause di morte, in quanto queste ultime sarebbero oggetto di esclusione della stessa Suped".
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