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07 Agosto 2019 - 15:01
NAPOLI. In Campania, su 31 punti di foci di fiumi e torrenti monitorati, oltre la metà supera i limiti di legge: sono sedici quelli giudicati fortemente inquinati e uno inquinato. È questa in sintesi la fotografia scattata lungo le coste campane dai tecnici di Goletta Verde, storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e all'informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane. Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l'inquinamento microbiologico, segnala l’associazione ambientalista, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva in mare. Con record assoluti, sottolinea Legambiente, situazioni che nonostante gli esposti dell'associazione e i controlli delle forze dell'ordine mostrano un inquinamento ormai cronico: è il caso, ad esempio, della foce del fiume Irno a Salerno, del Savone a Mondragone, del fiume Sarno tra Castellammare e Torre Annunziata, della foce dei Regi Lagni a Castel Volturno, della foce del canale di Licola a Pozzuoli e della foce del torrente Asa a Pontecagnano, giudicati "fortemente inquinati" per il decimo anno consecutivo.
A parlarne in conferenza stampa, nella Casina pompeiana della villa comunale di Napoli, sono stati Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania, Andrea Minutolo, portavoce Goletta Verde, Daniela Villani, delegata al mare Comune di Napoli, Lucio De Maio, responsabile unità operativa Mare Arpa Campania, e Claudio Marro, dirigente unità operativa complessa monitoraggio e controlli Arpa Campania.
In particolare, in Campania i dati resi disponibili dall'Arpac, relativi ai controlli svolti nel 2018 sulle acque in uscita dagli impianti di depurazione, confermano la cronica criticità della situazione. Infatti, su un totale di 391 controlli eseguiti nella regione (a fronte dei 413 del 2017), il 39% è risultato “non conforme”, con punte di non conformità del 63% per gli impianti della provincia di Caserta e a seguire del 53% per quelli della provincia di Benevento, del 49% per quelli della provincia di Salerno, del 48% per quelli della provincia di Avellino e del 26% per quelli della provincia di Napoli. «Anche i controlli effettuati dall'Arpac rendono bene la gravità della situazione della depurazione in Campania dove, di fronte a quella che ormai è diventata una vera e propria emergenza - ha dichiarato Mariateresa Imparato - poco o niente è stato fatto dalle istituzioni. Quello della pessima qualità delle nostre acque in prossimità delle foci, che spesso diventano fogne a cielo aperto a causa del mancato funzionamento degli impianti di depurazione, deve diventare un tema prioritario nelle agende della classe politica regionale. È ora che la Regione Campania metta in atto al più presto un’adeguata ed efficace azione di prevenzione, piuttosto che attendere il conclamarsi delle varie crisi che puntualmente colpiscono il territorio come l’emergenza sul fronte della depurazione».
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