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19 Settembre 2019 - 07:45
Smantellata la piattaforma Xtream Codes: un giro d’affari da 60 milioni all’anno
NAPOLI. Oltre 5 milioni di utenti solo in Italia, per un giro d’affari stimato in circa 60 milioni di euro annui. Questi i numeri, secondo gli investigatori, della piattaforma illegale finita nel mirino dell’operazione, coordinata dalla procura di Napoli e messa a segno dalla Guardia di finanza contro le tv pirata. La piattaforma Xtream Codes, ideata da due cittadini greci, uno dei quali arrestato in flagrante a Salonicco, consente la trasformazione in dati informatici dei flussi audiovisivi protetti da copyright. I membri dell’organizzazione, come emerso dalle indagini, predisponevano e gestivano all’estero spazi informatici attraverso i quali ritrasmettevano i segnali su larga scala, anche in Italia. Una fitta rete commerciale, diffusa su tutto il territorio nazionale e con basi prevalentemente in Lombardia, Veneto, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, riceveva il segnale grazie a questa tecnologia acquisendo illegalmente interi pacchetti di contenuti per la successiva rivendita al cliente finale ad un prezzo di 12 euro mensili consentendo di vedere tutti i principali palinsesti Tv con un unico abbonamento. Gli utenti delle IPTV (Internet Protocol Television) illegali ora rischiano una multa da 2.500 a 25.822 euro e addirittura da sei mesi e tre anni di carcere. Otto ordini europei di indagine sono stati emessi dalla Procura di Napoli che, tramite l’Agenzia europea per il coordinamento investigativo e la cooperazione giudiziaria Eurojust, sono stati eseguiti simultaneamente in Olanda, Francia, Grecia, Germania e Bulgaria dalle rispettive polizie con l’ausilio dei militari del Nucleo Speciale nei confronti di 3 aziende e 5 persone fisiche oltre al sequestro e all’oscuramento dell’intera piattaforma Xtream Codes, di 80 siti internet e di 183 server dedicati alla riproduzione e diffusione dei flussi audiovisivi, erogati, al momento del sequestro, ad oltre 700mila utenti online. Venticinque gli obiettivi delle perquisizioni effettuate sul territorio italiano che, oltre a smantellare vere e proprie centrali adibite alla divulgazione abusiva del segnale ricevuto grazie alla piattaforma Xtream Codes, mirano ad aggredire i proventi illecitamente conseguiti dall’organizzazione mediante il sequestro di 197 rapporti finanziari tra account paypal, postepay e conti corrente.
L’INCHIESTA. L’indagine è stata diretta dal procuratore della Repubblica di Napoli Giovanni Melillo e coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli e dal sostituto procuratore Valeria Sico. Il procuratore Melillo ha puntato l’attenzione sull’importanza del lavoro fatto e dell’operazione messa a segno in vari Stati europei: «È il risultato di un lavoro di coordinamento investigativo importante realizzato insieme ad Eurojust e alla procura di Roma, che ha un’indagine parallela che si va sviluppando nella stessa direzione di quella condotta dal mio ufficio». Giovanni Reccia, comandante del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza ha spiegato che «mediante indirizzi ip siamo riusciti ad individuare questa organizzazione che spaziava in Italia e in Europa attraverso una serie di server collegati tra di loro e, attraverso la piattaforma Xtream Codes, riuscivano a creare una serie di pacchetti criptando il segnale di grandi aziende del settore televisivo vendendo a prezzi bassissimi tutti i pacchetti dei palinsesti tv. Al momento non è emerso alcun collegamento con la criminalità organizzata». Un “sofisticato” e “florido” sistema di frode, scrive il gip nel decreto di sequestro preventivo, con «una platea indefinita di clienti, che va oltre i confini nazionali»: gli investigatori si sono imbattuti in indirizzi Ip collegati a Usa, Russia e Belize. IL PLAUSO
DELLA LEGA SERIE A. «Desidero complimentarmi con le forze dell’ordine per questa operazione senza precedenti - ha detto il presidente della Lega Serie A, Gaetano Miccichè - La pirateria è una piaga che drena risorse altrimenti investite e alimenta circuiti malavitosi. Solo in Italia i danni economici e di impiego superano il miliardo di euro. La Lega Serie A ha stanziato dei fondi per combattere questo fenomeno criminale e il nostro obiettivo è quello di ridurre sensibilmente il numero dei pirati già in questo campionato, fino ad azzerare nel breve periodo la trasmissione illegale dei flussi audiovisivi. Operazioni come questa dimostrano che siamo sulla strada giusta. Siamo certi che questo sia il primo grande passo di una serie di importanti operazioni e posso assicurare che la Lega Serie A non farà mai mancare il suo supporto e la sua collaborazione».
RISCHIO PRIVACY. Da tutta questa storia il cliente rischia di rimediare danni non solo per il portafoglio e la fedina penale, ma anche per la privacy: il “pezzotto”, nome gergale del decoder necessario alla ricezione delle tv online pirata, inserito nella rete Wi-fi domestica diventa un potenziale “cavallo di Troia”. «Non si può escludere la possibilità - avverte la Polizia postale - che questo tipo di apparecchiatura possa effettuare un’intrusione nei sistemi informatici connessi o che possa spiare le nostre azioni».
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