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Rubati 17 quadri di valore dal Museo di Castelvecchio

Rubati 17 quadri di valore dal Museo di Castelvecchio

Ben 11 di questi sono di grande valore e di autori come Tintoretto, Rubens, Mantegna, Pisanello e Bellini

VERONA. Cinque quadri del Tintoretto, un Mantegna, la celebre “Madonna della quaglia” di Pisanello, un Rubens e un Bellini. Sono in tutto 17 le opere d’arte rubate nel colpo messo a segno, giovedì sera, nel Museo di Castelvecchio di Verona. «Sono state rubate 17 opere tra le quali 11 capolavori» ha detto Paola Marini, la direttrice dei Musei Civici di Verona a proposito. «Nell’orario di chiusura del Museo, tra le 19,30 e le 20», tre uomini armati e a volto coperto sono entrati e hanno rubato importantissimi dipinti di Pisanello, Mantegna,Tintoretto, Rubens, Bellini, de Jode, Caroto e Benini. Tra questi, 11 capolavori della storia dell’arte».
«Un furto su commissione, miratissimo. Non può essere diversamente, viste le modalità. Hanno rubato 17 opere, di cui 11 di grande valore: Mantegna, Tintoretto, dei Pisanello ma anche Rubens. Qualcuno ha detto esattamente cosa prendere e visto che si tratta di opere molto conosciute, immagino che finiranno in qualche collezione privata» ha detto il sindaco di Verona, Flavio Tosi sul colpo grosso messo a segno al Museo Castelvecchio. «Sono dei professionisti veri, hanno agito nell’unico momento in cui potevano farlo - racconta Tosi - verso le 19,30 quando il Museo stava per chiudere e gli allarmi non erano ancora attivi. Hanno trovato la guardia giurata e la custode nell’ingresso mentre si accingevano a fare il solito giro prima della chiusura. Li hanno immobilizzati, poi si sono trascinati dietro la guardia giurata nel tour delle sale per staccare le opere. Hanno agito in maniera mirata, andavano a colpo sicuro, sala per sala sapendo cosa prelevare. Al custode sono parsi stranieri, per qualche parola che si sono lasciati sfuggire anche se tra loro non hanno mai parlato. Alcune opere le hanno scorniciate, altre no, poi le hanno portate via utilizzando la macchina della guardia giurata».
Per lo storico dell’arte Tomaso Montanari «non mi pare un furto commissionato da un raffinato collezionista. Sembra piuttosto che chi abbia rubato si sia basato sulla guida del museo, portando via i grandi capolavori della collezione, invendibili sul mercato. Come se agli Uffizi si rubasse “La Primavera” di Botticelli. È certamente il furto più grave della storia dell’arte italiana - Certamente è un furto d’arte da “turismo di massa” - aggiunge lo studioso - perché sono state rubate opere da cartolina, ma è anche il più grave della storia dell’arte italiana. È vero che c’è stato il furto del Velazquez alla Galleria Estense di Modena, o quello del Caravaggio a Palermo, ma in questo caso sono state portate via molte opere. Adesso Tosi si straccia le vesti, ma invece di proporre la copertura dell’Arena o il museo della tomba di Giulietta, perché non pensa alla sicurezza vera, con più guardie giurate per un museo come quello di Castelvecchio?».

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