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29 Novembre 2019 - 14:04
Svolta nelle indagini sulla morte di Luca Sacchi, ucciso con un colpo di pistola alla testa davanti a un pub nella zona di Colli Albani nella notte tra il 23 e il 24 ottobre scorso. I carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Gip, su richiesta della Procura capitolina, che dispone misure cautelari nei confronti di 5 persone. Tra i destinatari anche la fidanzata di Luca, Anastasiya Kylemnik, che era con lui la sera dell’omicidio: nei suoi confronti è stato disposto l’obbligo di presentazione in caserma.
La giovane è accusata di aver tentato di acquistare con un 24enne - Giovanni Princi, ex compagno di scuola di Luca Sacchi e per il quale è stato disposto invece il carcere - un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti: secondo quanto emerso all’incontro con la stampa in Procura, alla presenza del procuratore facente funzioni Michele Prestipino e del procuratore aggiunto Nunzia D’Elia, nello zaino di Anastasiya c’erano 70mila euro per l’acquisto di 15 kg di droga.
Destinatari poi della misura della custodia cautelare in carcere, per concorso in omicidio pluriaggravato, rapina aggravata, detenzione illegale e porto in luogo pubblico di un'arma comune da sparo, sono Valerio Del Grosso e Paolo Pirino - già in carcere perché fermati nei giorni successivi all'omicidio. E Marcello De Propris è finito in carcere con l’accusa di detenzione, cessione di sostanza stupefacente e concorso nell’omicidio: per gli inquirenti è stato il 22enne di San Basilio a fornire la pistola a Del Grosso e Pirino.
Anche il padre di De Propris, Armando, è stato arrestato nel corso dell’operazione: l’arresto è scattato in seguito alla perquisizione nella sua abitazione dove è stato trovato 1 kg di droga. Per lui i pm avevano chiesto una misura cautelare per la detenzione dell’arma, non accolta però dal gip.
LE INDAGINI - Per quanto riguarda le indagini, "allo stato non ci sono elementi per dire che Luca Sacchi era coinvolto, consapevole, partecipe della compravendita della droga" ha detto Prestipino.
Ma "non vi sono dubbi in ordine alla dinamica dei fatti che hanno portato alla morte di Sacchi" si legge nell’ordinanza di custodia cautelare a carico dei 5 indagati. La morte "è sopravvenuta in seguito ad un colpo di arma da fuoco alla testa, esplosogli da distanza di due metri da uno dei due giovani che, pochi istanti prima, erano sopraggiunti a bordo di un’autovettura per aggredirli".
I TESTIMONI - La stessa versione viene fornita da quattro testimoni oculari. "Del Grosso e Pirino sono scesi e si sono diretti verso la coppia, armati uno di una mazza di ferro e l’altro di una pistola". Poi Pirino ha colpito alla nuca con una mazza di ferro Anastasia, "intimandole di dargli lo zaino".
Da qui la reazione di Sacchi che "ha atterrato l'aggressore" e l’intervento di Del Grosso che "ha estratto la pistola e lo ha ucciso". I due hanno poi portato via lo zaino che, per gli inquirenti, è "ciò che evidentemente costituiva il fine a cui tutta la loro azione era stata preordinato". E "la scena descritta - scrive il gip - è dunque indubitabilmente quella di una rapina sfociata in un omicidio".
FAMIGLIA SACCHI - "Alfonso e Tina ora non se la sentono di commentare, troppo dolore": così, all'Adnkronos, una conoscente in casa della famiglia Sacchi. E sull'iscrizione nel registro degli indagati della fidanzata del ragazzo, si è limitata a dire: "Lo immaginavamo".
Per la 25enne è scattata la perquisizione dell'abitazione. Il casco nero ancora calzato in testa, non un filo di trucco e lo sguardo torvo, Anastasiya è poi rientrata nel suo appartamento in zona Appio Latino perquisito dagli inquirenti. La 25enne non ha voluto commentare mentre l'uomo in sella al motorino dal quale è scesa, e che l'ha poi raggiunta in casa, ha gridato: "Dovete avere rispetto per la famiglia".
L'ORDINANZA - Anastasiya "ha agito con freddezza e professionalità nella gestione della trattativa dell’incarico affidatole di detenzione del denaro e di partecipazione alla delicata fase dello scambi" scrive ancora il gip nell’ordinanza di custodia cautelare. "Anche per lei appare sussistente un concreto rischio di reiterazione di delitti della stessa specie di quelli per cui si procede - si legge - e solo l’incensuratezza e il ruolo meramente esecutivo nella compravendita giustificano l’adozione a suo carico della misura non custodiale richiesta dal Pubblico Ministero".
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