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07 Febbraio 2020 - 13:51
Le carrozze di 'prima classe', vuote, visto anche l'orario del treno, che seguivano la motrice hanno reso il bilancio in termini di vite umane molto meno cruento. E' questa la verità che gli investigatori non nascondono mentre analizzano la dinamica dell'incidente ferroviario che ieri, alle porte di Lodi, è costato la vita a Giuseppe Cicciù, 52 anni, e Mario Di Cuonzo, 59, macchinista e addetto delle Ferrovie dello Stato che viaggiavano sul Frecciarossa partito da Milano e diretto a Salerno.
Rispetto al punto dell'impatto, l'ipotesi a cui lavora la procura è quella di uno scambio posizionato in modo errato dopo dei lavori di manutenzione appena terminati - questo ha portato il convoglio su un binario sbagliato - "le carrozze in testa hanno continuano a correre sulle pietre per 400 metri". La motrice per un sistema di sicurezza si è staccata dal resto del treno, la seconda carrozza invece ha probabilmente incontrato un ostacolo sul cammino e si è inclinata sui binari.
I cinque operai di Rfi che lavoravano lungo la tratta interessata dall'incidente erano all'opera "su un'anomalia segnalata dal sistema". Lo conferma uno degli inquirenti. Ascoltati ieri, il caposquadra e i quattro tecnici avrebbero negato eventuali errori di manutenzione. La procura indaga contro ignoti per disastro ferroviario colposo, omicidio colposo e lesioni multiple.
Da quanto trapela dagli addetti ai lavori ci vorranno giorni, se non alcune settimane, per ripristinare la linea dell'alta velocità. Gli esperti della polizia stanno lavorando anche all'acquisizione dei dati dei sistemi di registrazione che regolano la circolazione ferroviaria e all'analisi delle scatole nere del treno. Saranno queste ultime più che le telecamere, in stazione sono presenti "ma sono di sicurezza e hanno ripreso solo qualche scintilla", fa sapere un investigatore, a restituire gli ultimi istanti del viaggio del Frecciarossa.
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