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23 Aprile 2020 - 10:02
Lo spiega il presidente della rete associativa vie di Confcommercio Milano
Dal 4 maggio ricomincerà l’Italia con una nuova normalità, anche per quello che riguarda lo shopping.
Addio alla clientela che gironzola tra vestiti, gonne, pantaloni appesi alle grucce, scompigliando le pile di maglioncini.
Lo spiega Gabriel Meghnagi, presidente della rete associativa vie di Confcommercio Milano, di Ascobaires e Vittorio Emanuele District.
«Abbiamo un solo obiettivo: far ripartire le attività in sicurezza, senza rischiare un’impennata di contagi».
«Con un sorriso, anche se il personale, con addosso mascherine e guanti, dovrà limitare il contatto umano. Saranno forniti guanti ai clienti sprovvisti, oltre al gel igienizzante per le mani».
«Noi faremo il possibile per essere accoglienti, anche se il distanziamento ridurrà un po’ la complicità fra commessi e clientela».
«In un negozio di 40 metri quadrati – spiega Gabriel Meghagi – potrà entrare una persona per volta, meglio se non accompagnata».
«In una boutique – racconta – mediamente di 120 metri, potranno accedere non più di tre clienti. Gli altri dovranno attendere, con pazienza, in fila fuori. Ci sarà una commessa per ogni acquirente e il personale in eccesso dovrà spostarsi nel retrobottega».
«Ogni capo della collezione sarà esposto in stile showroom – racconta – ovvero un salone di moda dove la gente è incoraggiata a guardare l’intero campionario prima di chiedere la propria taglia».
«La commessa prenderà la misura in magazzino, ancora confezionata, così la clientela proverà un indumento “vergine”. E tutto ciò che sarà indossato e toccato, ma non acquistato, sarà sterilizzato con le macchine a vapore oppure portato in tintoria».
«Per la pelletteria sarà più semplice: ogni modello di borsa, per esempio, sarà in bella mostra, da poter maneggiare; per le scarpe si fornirà il calzino monouso, perché l’igiene è la prima condizione».
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